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VIBO VALENTIA – Dopo cinque anni una operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia ha svelato ciò che c’era dietro due omicidi avvenuti a distanza di poco più di un mese a Mileto in provincia di Vibo Valentia.

I militari hanno dato esecuzione a cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti a vario titolo responsabili degli omicidi di Giuseppe Mesiano (LEGGI LA NOTIZIA DELLA SUA MORTE), avvenuto nel luglio del 2013 a Mileto, e di Angelo Antonio Corigliano (LEGGI LA NOTIZIA) avvenuto ad agosto dello stesso anno.

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SULL’OMICIDIO DI GIUSEPPE MESIANO

Secondo i militari il secondo omicidio sarebbe da ricondurre ad una vendetta per il primo innescando quella che poteva essere una vera e propria faida familiare. È emerso che l’omicidio di Mesiano, avvenuto il 17 luglio 2013, è maturato all’interno di contrasti con la famiglia Corigliano. A questo delitto ha fatto seguito la risposta dei Mesiano con l’uccisione del trentenne Angelo Antonio Corigliano, il 19 agosto dello stesso anno. I contrasti tra le parti erano dovuti sia al continuo sconfinamento del bestiame di Giuseppe Mesiano nei terreni di proprietà di Giuseppe Corigliano, sia al rifiuto opposto da uno dei figli di quest’ultimo, Angelo Antonio, poi ucciso, di mettere in atto un danneggiamento ai danni di un supermercato di proprietà di un loro parente che non aveva voluto sottostare alle richieste di Francesco Mesiano per la fornitura di pane proveniente dai loro forni.

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DI ANGELO ANTONIO CORIGLIANO

Gli arrestati sono Giuseppe Corigliano, di 80 anni, accusato per il delitto Mesiano e che avrebbe agito in concorso con il figlio Angelo Antonio, poi ucciso. Mentre per l’omicidio Corigliano sono finiti in manette Francesco Mesiano, figlio di Giuseppe la prima vittima, di 45 anni, Vincenzo Corso, di 45 anni, Gaetano Elia (51) e Giuseppe Ventrice (41).

Francesco Mesiano è una delle due persone condannate (l’altro è Michele Iannello) per l’assassinio di Nicholas Green, il bambino statunitense ucciso la sera del 29 settembre del 1994 sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Mesiano era in libertà da qualche anno dopo avere scontato una condanna a 20 anni di reclusione mentre Iannello, ritenuto autore materiale del delitto del piccolo Nicholas e che lo scorso anno aveva chiesto la grazia, è stato condannato all’ergastolo. I due si sono sempre dichiarati innocenti.

IL COMMENTO DEL PROCURATORE GRATTERI

«Un ‘botta e rispostà tra due famiglie che in precedenza facevano parte della stessa organizzazione. La risposta dello Stato è risultata immediata, e pertanto voglio ribadire: di cos’altro c’è bisogno per invitare i cittadini della provincia di Vibo a fidarsi delle forze dell’ordine?».

Il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, nel corso della conferenza stampa sugli arresti relativi agli omicidi di Giuseppe Mesiano e Angelo Antonio Corigliano avvenuti a Mileto a distanza di circa un mese l’uno dall’altro ha voluto rimarcare come «la mia presenza oggi qui è per invitare la popolazione a fidarsi delle forze dell’ordine e della Dda in un territorio in cui ‘ndrangheta è molto potente. Ecco perché sono stati destinati sul territorio l’aggiunto Giovanni Bombardieri più tre sostituti e forze dell’ordine di qualità».

«È stata – hanno riferito ancora gli inquirenti – un’indagine sul campo con il riscontro delle dichiarazioni della pentita Oksana Verman e un’attività intercettiva. Inchiesta attualmente in evoluzione visto che sono state effettuate, contestualmente al blitz, anche delle perquisizioni». Secondo quanto emerso, a seguito dell’uccisione di Giuseppe Mesiano, la sua famiglia avrebbe ottenuto prima dei carabinieri, i filmati relativi al delitto. A fornirle sarebbero stati Giuseppe Ventrice, titolare di una ditta dotata di impianto di videosorveglianza, e Gaetano Elia, tecnico installatore. I due, entrambi indagati, avrebbero fornito le registrazioni delle immagini dei responsabili dell’omicidio di Mesiano. Quando i carabinieri si recarono da loro per acquisire il supporto non trovarono nulla. 

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