Moira Lo Bianco
1 minuto per la letturaVIBO VALENTIA – «Cosa ho pensato in quegli interminabili momenti? Ai miei affetti più cari. Per il resto ero paralizzata. Una sensazione mai provata, un senso di paura che atterrisce impedendo qualsiasi reazione». Moira Lo Bianco, giovane e talentuosa pianista vibonese, da tempo trapiantata negli States (prima a Boston, adesso a New York), la mattina dell’11 dicembre scorso non la scorderà per tutta la vita. Così come i newyorkesi che, dopo gli attentati dell’11 settembre (un numero che purtroppo ritorna con sempre più insistenza nella strategia del terrore del fondamentalismo islamico), si ritrovano in casa una nuova ondata di violenza e morte. Moira, si trovava a non più di 400 metri da Port Authority, la stazione centrale dei bus a Manhattan, tra la 42esima e l’ottava strada, nei pressi di Times Square in cui lunedì mattina si è verificata l’esplosione di un ordigno rudimentale.
Si stava recando per prendere i mezzi che l’avrebbero condotta Boston, dove insegna, quando è scoppiata la bomba. All’improvviso si è vista venire incontro una marea di gente in preda al panico: «Una sensazione terribile vedere un migliaio di persone correre verso la tua direzione e non fermarsi davanti a nulla – ci racconta al telefono dall’altro capo dell’oceano – È stato proprio in quel momento che ho realizzato di trovarmi di fronte ad un attentato terroristico».
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