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La prefettura di Vibo

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VIBO VALENTIA – Nel settore dei centri di accoglienza per migranti il prefetto Guido Longo vuole andare fino in fondo. Lo dimostrano le due interdittive antimafia fatte recapitare alle cooperative “Monteleone Servizi” e “Monteleone 3.0 protezione civile” che gestiscono le strutture sul territorio di Briatico e adesso anche la nomina di un commissario per le stesse.

Non si vuole lasciare nulla al caso anche perché da Palazzo Rizzuti, sede dell’Utg, l’ombra della ‘ndrangheta sui tre centri finiti all’attenzione della massima istituzione territoriale sembra essere molto reale. La notizia viene riportata da “Repubblica Palermo” che evidenzia come chi ha in mano tutta l’assistenza dei migranti, attraverso un subappalto illegittimo, sia «una società che è risultata pesantemente condizionata da infiltrazioni dell’ndrangheta. Alcune di queste vicine ai boss avrebbero monopolizzato le forniture». Da qui, viene rilevato, la decisione del prefetto di commissariare i due centri con un provvedimento che non ha precedenti sul suolo italiano.

Di concerto con l’agenzia anticorruzione di Raffaele Cantone e con il ministro dell’Interno Marco Minniti, il responsabile dell’Utg di Vibo ha nominato commissario l’avvocato palermitano Rosario Di Legami, amministratore giudiziario che gestisce già diversi patrimoni sequestrati alle mafie, uno degli ultimi incarichi gli è stato affidato dal tribunale di Bologna, riguarda il tesoro sottratto in Emilia Romagna ed in Calabria al clan di Nicolino Grande Aracri di Cutro nell’ambito della operazione “Aemilia”. Il commissariamento dei tre centri di accoglienza dei circa 700 migranti servirà ad «interrompere il business da parte delle associazioni criminali, ma anche a garantire che la complessa macchina dell’assistenza non si fermi». Un business di cifre a molti zeri.

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