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VIBO VALENTIA – UN Centro per l’accoglienza dei migranti adulti in pieno centro storico del capoluogo? Secondo i residenti ed esponenti politici locali è ben più di una possibilità. Anzi, a sentir loro, specialmente questi ultimi, è quasi una certezza che attende soltanto di vestirsi dei crismi dell’ufficialità. A tal scopo sarebbero già stati individuati i locali in cui destinare almeno una dozzina di extracomunitari (alcune voci parlano anche di 20 persone): si tratterebbe della villetta Scrimbia sita in via Murat, nei pressi del ristorante “Vecchia Vibo”. Nei giorni scorsi sarebbero inoltre stati effettuati non soltanto sopralluoghi ma anche interventi per adibire le stanze all’accoglienza dei migranti che, a differenza di quelli ospitati a Vibo Marina, non sono minori accompagnati.
Da ambienti interni al Consiglio comunale la cosa appare, come detto, ormai certa anche se vi sarebbero alcuni aspetti da chiarire e sui quali probabilmente sarà la stessa amministrazione comunale a fare. Da parte sua, il sindaco Elio Costa, ha precisato che si è trattato di un’autorizzazione da parte del Ministero degli interni avvenuta nei mesi scorsi attraverso al quale si chiedeva il parere al Comune sull’esistenza di motivi ostativi alla destinazione dei locali. Comune che, in base a quanto riferito dallo stesso primo cittadino, ha risposto che l’autorizzazione compete all’Utg: «Non sono state avanzate osservazioni soltanto perché non competeva a noi. In sostanza funziona così: il ministero ha pubblicato un bando al quale partecipano società ed associazioni dopo di che, prima dell’autorizzazione prefettizia, viene chiesto al Comune l’esistenza o meno di difficoltà e, in caso positivo, queste devono essere ben motivate. Però in questo momento non ho la documentazione sotto mano e potrò essere esaustivo domani (oggi, ndr)». Queste, quindi, le dichiarazioni del sindaco, che, tuttavia, cozzano con quelle di Franco Tedesco, consigliere comunale del Gruppo Misto per il quale la questione Cas «è più che una mera possibilità».
Il suo ragionamento poggia soprattutto sul fattore sicurezza: «Si andrebbe – rileva – a destinare dei locali in una strada senza uscita, in una via poco illuminata e con la presenza di private abitazioni accanto. È evidente che in questo caso si porrebbe la necessità di garantire uno stato di sicurezza per i residenti. Non è un discorso razzista, e ci tengo a precisarlo a chiare lettere, quanto, come ho rilevato di preservare la popolazione del luogo da possibili situazioni di rischio». Un ulteriore aspetto che Tedesco ha affrontato ha riguardato la delibera «del sindaco relativamente al nullaosta per la realizzazione del Cas a Vibo per migranti adulti. Quindi il placet è stato fornito, eccome. Il sindaco aveva garantito che su Vibo città non ci sarebbe stato alcun Centro». Sulla stessa lunghezza d’onda Anthony Lo Bianco, coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, il quale in questi giorni si incontrerà nuovamente con i residenti «per capire meglio i termini della vicenda. Ho già parlato con loro e mi hanno manifestato preoccupazione per una simile decisione. Sentimenti fondati visti i recenti episodi verificatisi in città. Non vogliamo lanciare un allarme ingiustificato – ha precisato Lo Bianco – ma solo segnalare l’inopportunità di una simile situazione».
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