La vittima Francesco Prestia Lamberti
2 minuti per la letturaMILETO – «Non bastano le foto con le dediche…. per Francesco, serve giustizia, serve conoscere la verità; è tutto così impensabile… quindi, a voi “AMICI”, so e sapete che non sarete mai ai livelli di mio fratello, perché lui ha perso la vita proprio per questo, lui amava i suoi amici, il suo stato di whatsapp era “meglio crepare che tradire” … FRANCESCO PRESTIA LAMBERTI non avrebbe mai tradito nessuno di voi, e voi lo sapete! Quindi chiedo ad ognuno di voi di mettere una mano sulla coscienza e di DIRE TUTTO QUELLO CHE SAPETE».
Con questo post, a tratti duro, sul proprio profilo Facebook Marina Prestia Lamberti, sorella di Francesco Prestia Lamberti ucciso alcuni giorni fa dal suo amico Alex Pititto che avrebbe confessato il delitto (LEGGI LA NOTIZIA), si appella a tutti gli amici del fratello affinché chi sa qualcosa di quanto accaduto parli e aiuti gli inquirenti a ricostruire la genesi e l’esecuzione di un omicidio che ha tramortito l’intera comunità (LEGGI IL RACCONTO DELLO SVOLGIMENTO DEL FUNERALE).
Un appello che lascia supporre che forse le cose possono essere più complesse di quanto da alcuni ricostruito. L’appello della giovane sorella della vittima, infatti, sembrerebbe lasciare intendere come per la famiglia ancora ci sia molto da scoprire riguardo le motivazioni che avrebbero spinto Pititto all’estremo gesto.
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DI FRANCESCO PRESTIA LAMBERTI
Frattanto proseguono le indagini. Acquisiti gli esiti dell’autopsia (LEGGI L’ARTICOLO SULL’ESITO DELL’AUTOPSIA), infatti, prosegue l’attività investigativa svolta dai militari dell’Arma dei carabinieri che in queste ultime ore stanno proseguendo ad ascoltare altre persone che in qualche modo potrebbero essere informate sui fatti direttamente o indirettamente collegati all’omicidio.
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In particolare, si cerca di verificare il possibile luogo dell’omicidio alla luce del fatto che una delle ipotesi investigative vede il compimento dell’omicidio altrove rispetto al luogo del ritrovamento del corpo in località “Vindacitu”. In questo senso sarebbero state fatte verifiche in varie zone di Mileto in cerca dei bossoli e alcuni sarebbero stati ritrovati, ma il condizionale allo stato è d’obbligo, in una zona centrale della città alle spalle della villa comunale nei pressi di un antico palazzo diroccato.
La ricostruzione dell’omicidio, quindi, fatta inizialmente dal presunto omicida reo confesso (LEGGI LA CONFERMA DELLE ACCUSE E L’ARRESTO DI PITITTO) sembra convincere sempre meno gli inquirenti.
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