Una precedente foto di gruppo tra Koa Bosco e Parghelia
2 minuti per la letturaVIBO VALENTIA – Non è rimasta senza conseguenze l’ennesima rissa scoppiata durante una partita di calcio in cui una delle squadre in campo era il Koa Bosco, la squadra formata da extracomunitari accumunati dall’essere tutti migranti residenti a Rosarno e San Ferdinando. L’ultimo episodio risale allo scorso 8 aprile (LEGGI LA NOTIZIA) quando durante la partita con il Parghelia nel campionato di Seconda Categoria è scoppiata una vera e propria rissa che ha coinvolto i giocatori del Koa Bosco e del Parghelia.
Tra l’altro proprio a Parghelia quattro anni fa era inizia l’avventura calcistica del Koa Bosco (LEGGI LA NOTIZIA).
A seguito dell’accaduto il questore di Vibo Valentia, Filippo Bonfiglio, ha emesso quattordici Daspo nei confronti di sei calciatori e due dirigenti del Parghelia e di sei giocatori del Koa Bosco.
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La rissa vide coinvolti dirigenti e calciatori di entrambe le squadre. In quella circostanza l’arbitro fu costretto a sospendere anzitempo la gara e solo l’intervento dei carabinieri presenti consentì di ristabilire condizioni di normalità.
Le indagini, condotte dalla Digos della Questura di Vibo Valentia e dai carabinieri della Compagnia di Tropea, hanno reso possibile, tramite la visione di filmati amatoriali e dei documenti arbitrali, la ricostruzione dei fatti.
Secondo quanto appurato, è stato un giocatore della Koa Bosco, espulso, a sferrare un pugno ad un avversario dando inizio ad una serie di reazioni da parte di tesserati di entrambe le società.
La società calcistica Koa Bosco, che fa riferimento alla parrocchia di Sant’Antonio da Padova della frazione Bosco di Rosarno, è composta esclusivamente da calciatori di colore ed è nata con l’intento di favorire l’integrazione dei giovani extracomunitari che vivono nella Piana di Gioia Tauro.
I Daspo impediranno ai calciatori di poter disputare le partite del calendario a partire da quelle in programma per domani.
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