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L'insediamento del procuratore Bruno Giordano

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VIBO VALENTIA – “Dopo 37 anni di professione è difficile per me subire l’effetto delle sorprese. Non mi aspetto nulla, ma sono io che mi propongo di lavorare con lo stesso entusiasmo di sempre”. Sono le prime parole di Bruno Giordano a capo della Procura della Repubblica di Vibo Valentia. L’insediamento è avvenuto questa mattina al Tribunale alla presenza delle più alte cariche militari e del mondo della magistratura vibonese.

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Giordano ha riferito ai giornalisti di non avere «ancora una lista di priorità, mi devo prima rendere conto adeguatamente di quelle che sono le mie risorse e i mezzi di cui dispongo per poi destinarli alle varie questioni secondo una scala di priorità che riuscirò ad avere chiara già nei prossimi giorni. Dove c’è la presenza di grandi organizzazioni criminali, e il Vibonese purtroppo si caratterizza per questo, c’è anche un riflesso sul funzionamento delle pubbliche amministrazioni. Tutte cose ormai trite e ritrite, si sa che è così. La lotta alla ‘ndrangheta ovviamente compete alla Procura distrettuale che sta operando molto bene sotto la guida del procuratore Gratteri – ha aggiunto il magistrato – poi ci sono tutte quelle situazioni di contorno, che potremmo chiamare residuali ma che in realtà non sono tali, che non investono il 416 bis in senso stretto ma che riguardano, per esempio, la malamministrazione, la gestione dei servizi pubblici, il malfunzionamento degli impianti di depurazione. Tutte situazioni che ricadono nella competenza della Procura ordinaria e danno un senso al suo lavoro. Riusciremo ad essere realmente utili per questo contesto nella misura in cui sapremo contenere e combattere questi aspetti di antigiuridicità, che potremmo definire minuti ma che non sono meno gravi e pericolose per la crescita del territorio».

L'insediamento del procuratore Bruno Giordano

Giordano ha infine riferito di aver trovato “un Ufficio ben organizzato tuttavia carente di quasi metà dell’organico, su sette sostituti ce ne sono quattro in servizio di cui uno sta per andare via. Quando saremo ad organico completo si potrà fare un progetto di lavoro più ragionevole e più serio, ma finché si dovrà fare la corsa alle udienze per tamponare le emergenze processuali il limite entro cui si potrà lavorare sarà ovviamente più ristretto».

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