Giuseppe Zangari
1 minuto per la letturaVIBO VALENTIA – Il gip di Vibo Valentia, Lorenzo Barracco, non ha convalidato, per insussistenza del pericolo di fuga, il fermo di Giuseppe Zangari, il commerciante di 46 anni di Spadola (Vibo Valentia) che ha confessato l’omicidio di Bruno Lacaria, commercialista di 52 anni. Il giudice ha però contestualmente emesso un’ordinanza di custodia cautelare a carico di Zangari. Lacaria era scomparso da Spadola l’8 febbraio scorso e il suo corpo è stato ritrovato in una zona di campagna poco distante dal paese 19 giorni dopo.
IL GIALLO DEL VIBONESE: COMMERCIALISTA SCOMPARSO E COMMERCIANTE AGGREDITO
Zangari, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, ha confermato la confessione resa già davanti al pm Filomena Aliberti, assumendosi la responsabilità del delitto e riferendo del movente, sul quale vige ancora il massimo riserbo da parte degli investigatori. L’autopsia di Lacaria ha stabilito che il commercialista è stato ucciso con un corpo contundente sferrato a più riprese alla testa, molto probabilmente il bastone del quale ha parlato lo stesso Zangari. L’esame autoptico ha anche escluso ferite per colpi d’arma da fuoco.
La decisione del gip, dunque, arriva dopo il ritrovamento del cadavere della vittima (LEGGI) nelle campagne di località Lacina. Ad indicare il luogo dove si trovava il corpo è stato proprio il commerciante che si era presentato spontaneamente dai carabinieri.
LA RICOSTRUZIONE DELL’OMICIDIO SECONDO GLI INQUIRENTI
I due casi sono stati subito collegati dagli inquirenti, dal momento che dopo la scomparsa di Lacaria, Zangari aveva denunciato di essere stato minacciato.
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