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VIBO VALENTIA – Cinque morti, cinque viste spezzate nel momento più bello, quello della giovinezza. Cinque famiglie distrutte dal dolore. Due esistenze diversi ma un unico destino ha legato il 19enne di Cinquefrondi, Domenico Napoli, e i poco più che ventenni Marzio Canerossi, Francesco Carrozzo, Fortunato Calderazzo, Giuseppe Speranza.
Un destino di morte incontrato lungo la principale arteria viaria che, da nord a sud, taglia in due la Calabria e che per loro ha assunto le forme di un muro di cemento armato. Per questi due episodi, il primo il 23 novembre del 2015 (LEGGI), il secondo il 29 febbraio dello scorso anno (LEGGI), la Procura della Repubblica di Vibo aveva iscritto nel registro degli indagati 13 persone tra funzionari dell’Anas, ente gestore della A3 (oggi A2 Mediterranea), imprenditori e anche il conducente del tir che non fece in tempo a fermarsi dopo che la Fiat 500L sulla quale viaggiavano i quattro ragazzi di Gioia Tauro era finita contro un pilone della galleria “Tremisi” a poche centinaia di metri dallo svincolo di Mileto.
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Tutte persone che, nei giorni scorsi, si sono visti notificare l’avviso di conclusione delle attività investigative vergato dal pm Benedetta Callea sulla scorta delle risultanze operate dalle forze dell’ordine e dai consulenti da questo incaricati.
Le contestazioni riguardano Fulvio De Paolis, Arnaldo Tessieri e Bernardino Cipolloni in qualità di dirigenti Anas, collaudatori del tratto autostradale interessato e le progressive chilometriche oggetto di ammodernamento; Giovanni Fioridaliso (cl.’78), dirigente Anas e direttore del centro manutenzione del tratto autostradale A3 compreso tra i Km 304 e 442; Consolato Cutrupi, in qualità di dirigente Anas e Responsabile unico del procedimento; Mohammad Ali Sangelaji, legale rappresentante pro tempore della Società Italiana per condotte d’acqua Spa con sede legale a Roma, impresa esecutrice dei lavori di ammodernamento di quel tratto autostradale; Sergio Lagrotteria, direttore dei lavori per conto di Condotte d’acqua Spa; Giovanni Fiordaliso (cl. ’70), dirigente Anas e direttore dei lavori del lotto di ammodernamento in questione compreso tra lo svincolo di Serre e quello di Mileto.
A questi, la Procura contesta anche la violazione delle norme sulla disciplina della sicurezza stradale. Per Franco Forni, Salvatore Scoppetta, Antonio Grimaldi e Salvatore Esposito, progettisti del tunnel artificiale (per conto della società “Progin Spa” di Roma), l’accusa ipotizzata riguarda «la mancata predisposizione di adeguati sistemi e dispositivi di ritenuta idonei a contenere i veicoli che fuoriuscivano dalla sede stradale e di protezione dello spigolo/montante destro del portale rettangolare dell’imbocco della stessa, da intendersi quale ostacolo fisso laterale pericoloso». Antonio Capomolla è invece l’autista del tir che investì la Fiat 500L delle vittime. Ad assistere gli indagati sono gli avvocati Rosa Giorno, Anselmo Torchia, Francesco Arena, Silvia Liviabella, Antonio Voce, Antonio Managò e Marco Gemelli, Antonio De Nuccio, Giovanni Grotteria, Gaetano Servello e Alfonso Stile, mentre le famiglie delle vittime sono rappresentate dagli avvocati Guido Contestabile, Girolamo La Rosa, Sarino Melissei e Antonio Tommaselli.
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