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La sede della Provincia di Vibo Valentia

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VIBO VALENTIA – LA Procura della Repubblica di Vibo ha chiuso l’indagine relativa alla costruzione della cosiddetta “Strada del mare”, imponente opera viaria costata milioni di euro e mai realizzata. Contestualmente ha notificato l’avviso ai cinque indagati tra ex funzionari della provincia di Vibo Valentia ed imprenditori edili.

A condurre l’attività investigativa è stato il pubblico ministero Michele Sirgiovanni che aveva delegato gli accertamenti alla Guardia di Finanza. Il sequestro dei numerosi tratti dell’infrastruttura era scattato il 4 marzo dello scorso anno (LEGGI LA NOTIZIA DELL’OPERAZIONE). Analogo provvedimento era avvenuto per i beni il cui valore ammontava ad oltre quattro milioni di euro.

Chiamati a rispondere di frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata sono l’imprenditore Vincenzo Restuccia, 76 anni, di Rombiolo, direttore tecnico delle imprese Restuccia; Antonino Scidà, 51 anni, direttore tecnico delle imprese di Restuccia; Giacomo Consoli, 65 anni, di Vibo Valentia, ex dirigente dell’ufficio Lavori Pubblici della Provincia di Vibo Valentia, Antonio Francolino, 52 anni, funzionario della Provincia e responsabile unico del procedimento per la costruzione della “Strada del Mare”, Francesco Giuseppe Teti, 65 anni, di Filogaso, ex funzionario della Provincia di Vibo Valentia.

Gli inquirenti ipotizzano irregolarità nei lavori e nell’intera gestione dell’appalto, per circa 30 milioni di euro quello originario, di un’opera che nelle intenzioni avrebbe dovuto congiungere Pizzo a Rosarno e quindi lo svincolo con la A3. E se della sua realizzazione si era iniziato a parlarne prima del 2004 – data in cui fu determinato di appaltare i lavori – il primo cantiere era stato inaugurato l’8 marzo del 2010 a Joppolo dove era prevista la galleria subito chiusa per la caduta dei massi che avrebbe consentito di oltrepassare gli insidiosi tornanti. Poi avrebbe ripercorso la ex 522 fino ad arrivare a Pizzo con la realizzazione di una bretella. Per quanto concerneva questo tratto la consegna dell’opera era fissata per giugno 2012, ma gli amministratori provinciali del tempo avevano addirittura azzardato che si sarebbe riusciti a terminare gli interventi prima del termine stabilito. Mai previsione fu più errata. Vincenzo Restuccia è difeso dall’avvocato Giovanni Vecchio, Antonino Scidà dall’avvocato Francesco Gambardella, Francesco Giuseppe Teti dall’avvocato Giuseppe Di Renzo, Antonio Francolino e Giacomo Consoli dall’avvocato Antonello Fuscà.

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