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VIBO VALENTIA – Il primo ordinava dal carcere, il secondo eseguiva. Insieme applicavano tassi di interesse mai inferiori al 10% a due imprenditori brianzoli, dal 2014 ad oggi. Queste le accuse mosse a due dei tre arrestati questa mattina a seguito di un’indagine dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Monza e coordinato dalla Dda di Milano. Si tratta di Fortunato Bartone, 43enne originario di Mileto (Vibo Valentia), ma trapiantato a Mariano Comense (Como) e attualmente detenuto in regime di “alta sicurezza” presso il carcere di Voghera (Pavia) e del cognato Marcello Stagno, 27enne residente a Mariano Comense e commesso in un supermercato di Desio (Monza).

Bartone, detenuto poiché condannato in primo grado a sei anni di reclusione per associazione mafiosa, è considerato dagli inquirenti affiliato alla cosca Galati radicata nel comune di Cabiate (Como).

Sarebbe stato lui, secondo gli investigatori, a gestire dal carcere il giro di usura ai danni di due imprenditori brianzoli, ai quali nel 2014 aveva prestato migliaia di euro. «Mano» nel recuperare il credito, secondo le indagini, era suo cognato Marcello Stagno. Nell’ambito delle stesse indagini Bartone è anche accusato di un atto intimidatorio commesso il 9 maggio 2013 ai danni della direttrice della Casa Circondariale di Monza, alla quale aveva inviato una missiva contenente tre proiettili inesplosi cal. 9 x 21.

Il terzo arrestato è Rocco Gatto, 50 enne di Mileto anche lui residente a Mariano Comense, gestore di un’area di servizio di Carate Brianza (Monza). Ritenuto affiliato ad una locale di ‘ndrangheta operante a Seregno (Monza), è accusato anch’egli di prestiti a tassi usurari ai danni di un imprenditore e di spaccio di cocaina. Gatto, secondo i carabinieri, nell’area di servizio che gestisce lungo la statale 36 a Carate Brianza, riceveva i suoi clienti ai quali cedeva dosi di cocaina con la scusa della benzina.

L’ordinanza è stata notificata in carcere a Bartone, mentre gli altri due uomini sono stati arrestati e accompagnati in carcere a Monza. Durante le perquisizioni domiciliari dei tre indagati sono stati sequestrati circa diecimila euro in contanti, agende, due autovetture e del materiale esplodente.

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