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La morte risale al mese di agosto dello scorso anno, ma i carabinieri sono riusciti a ricostruire l’accaduto dopo le indagini. Sono due gli episodi contestati alla coppia e altri su cui sono in corso indagini

di GIANLUCA PRESTIA

PIZZO (VV) – Nella serata di ieri i Carabinieri del Comando Provinciale di Vibo Valentia (Sezione di Polizia Giudiziaria e Compagnie di Vibo Valentia e Tropea), militari del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto di stanza a Vibo Marina, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari su richiesta del pubblico ministero, hanno tratto in arresto i cittadini romeni Dorel Varga, e Stela Rezmuves Gyongyi, rispettivamente di 36 e 35 anni, domiciliati tra i comuni di Rosarno e Nicotera.

Sono ritenuti responsabili di omicidio e rapina aggravata in concorso in pregiudizio di Giglio Palmo Ciancio (79 anni di Pizzoni), e della sola rapina aggravata in danno di Lorenzo Vacatello (50 anni, invalido di Vibo Marina), eventi rispettivamente verificatisi il 5 ed il 18 agosto 2015.

Il 6 agosto 2015, nello specchio di mare antistante la spiaggia di Pizzo, è stato rinvenuto dai Finanzieri della Stazione Navale di Vibo Valentia e da personale della locale Capitaneria di Porto, il cadavere di Ciancio. Il decesso appariva come annegamento. Gli accertamenti finalizzati alla ricostruzione delle ultime ore di vita del defunto hanno condotto al sospetto che il fatto, riconducibile ad un evento accidentale, fosse in realtà dovuto a morte violenta, scaturita da una rapina compiuta secondo una tecnica seriale.

In particolare è emerso che l’anziano, adescato dalla Rezmuves con modalità collaudate in precedenti circostanze, si era recato a Pizzo a bordo di una Motoape dove, vicino alla spiaggia, era stato aggredito da più uomini (tra i quali Varga), picchiato e rapinato del denaro contante (circa duemila euro) e del proprio telefono cellulare. I suoi aggressori, al fine di simulare un evento accidentale, lo avevano quindi trascinato in acqua per poi farlo annegare.

Analoghe modalità si sono rilevate anche per la rapina nei confronti di Lorenzo Vacatello del il 18 agosto 2015 che, adescato già qualche giorno prima, era stato chiamato dalla connazionale per un incontro presso la Stazione ferroviaria di Vibo Marina e lì aggredito e picchiato sino a rimanervi tramortito. All’uomo erano stati rubati diversi oggetti in oro per un valore di circa 1.500 euro, quindi  il malcapitato era stato abbandonato all’interno di un canneto adiacente alla linea ferrata e avrebbe ripreso conoscenza il giorno successivo.

Sono in corso verifiche su analoghi episodi, verificatisi nella Calabria settentrionale ma anche in Sicilia, anche al fine di comprendere se possa trattarsi di una vera e propria organizzazione, anche transnazionale, dedita ai reati predatori in danno di fasce deboli.

LE PAROLE DEL PROCURATORE – Episodi gravi connotati da una violenza gratuita e feroce. A riferirlo è il procuratore capo di Vibo Mario Spagnuolo nel corso della conferenza stampa relativa all’arresto di due romeni accusati di omicidio, tentato omicidio e rapina ai danni di almeno due anziani. Il magistrato ha garantito «che l’azione della Procura ordinaria e delle forze dell’ordine è sempre massima nel territorio vibonese», dopo di che ha A lei ha voluto tributare un omaggio alla giovane collega Concettina Iannazzo, inservizio presso l’Ufficio di Procura da neanche due mesi «Ha saputo concretizzare un lavoro già avviato nel migliore dei modi, e non era facile avendo a che fare con un caso di omicidio». Lodi anche per gli investigatori: «Capitaneria e Roan della Gdf solitamente non fanno polizia giudiziaria, ma si sono dimostrati particolarmente brillanti anche nella risoluzione di questo caso». Encomio per i carabinieri: «Favolosi come al solito. Non so come faccia il colonnello Scardecchia, con quei 4/5 uomini, a raggiungere certi risultati. Poi a Vibo c’è il capitano Berlingieri che canta e porta la croce. In definitiva volevo rendere merito al lavoro di tutte le forze che insieme hanno permesso di costruire un quadro processualmente solido garantendo giustizia a quelle fasce deboli oggetto di tali aggressioni. Si è trattato di un fatto grave che speriamo di aver reciso definitivamente nonostante gli organici della polizia giudiziaria siano ormai ridotti all’osso. Nonostante questo i risultati sono eccellenti».

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