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VIBO VALENTIA – Due ergastoli confermati e lieve rideterminazione della pena per gli altri due imputati. Regge, dunque, anche in Corte d’Assise d’Appello, dove’era approdato dopo l’annullamento con rinvio da parte della Cassazione, il castello accusatorio imbastito contro i fratelli Ercole e Francesco Saverio Vangeli, Pietro Vangeli (figlio di quest’ultimo) e il cognato Gianni Mazzitello. I primi due condannati al carcere a vita, mentre i restanti a 13 anni e 10 mesi di reclusione.

I giudici, dopo una camera di consiglio di alcune ore hanno accolto le richieste della Procura Generale e dei patroni di Parte civile (gli avvocati Giuseppe Bagnato e Nicola Cantafora), in rappresentanza delle cinque vittime ammazzate la sera del 26 dicembre del 2010 a Pizzinni di Filandari, in quella che passò alla cronaca come la strage della masseria, dove fu sterminata la famiglia Fontana.

Nulla da fare, dunque, per le richieste dei legali di fiducia dei 4 imputati (Nicola Riso, Domenico Talotta, Valerio Mangone e Giancarlo Pittelli) che avevano puntato la difesa sull’assenza delle aggravanti della premeditazione, dei futili motivi e sul riconoscimento e dell’attenuante della provocazione.

La Corte ha, infatti, dato per accertata la prima aggravante ma non la seconda, così come, allo stesso tempo, ha rilevato la presenza della provocazione che spinse i Vangeli a commettere l’eccidio. Con questa sentenza, adesso Ercole e Francesco Vangeli potranno ricorrere in cassazione soltanto sotto l’aspetto sanzionatorio, mentre Pietro Vangeli e Gianni Mazzitello, sotto quello probatorio. I primi due sono identificati quali esecutori del massacro, compiuto con pistole 7.65 e 9×21, costato la vita a Domenico Fontana ed ai figli Pasquale, Pietro, Emilio e Giovanni, rispettivamente di 61, 37, 36, 32 e 19 anni. Il movente, secondo questa ricostruzione, è stato sempre ricondotto ai pessimi rapporti di vicinato tra i Vangeli (considerati le vere vittime) e i rivali, con i primi che hanno subito per anni i costanti e violenti soprusi dei secondi e che, ad un certo punto, non hanno più retto una simile situazione ed hanno reagito in modo così eclatante

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