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MILETO – Natuzza Evolo è una persona che nel corso degli ultimi sei decenni ha ispirato molti scrittori che ne hanno narrato le esperienze mistiche in vari libri e scritti pubblicati sostanzialmente in tutti il mondo. Vincenzo Varone, giornalista e scrittore dalla lunga esperienza sul campo tanto come cronista quanto come vero e proprio narratore, però non è un autore come gli altri. Egli ha vissuto con Natuzza, compagno d’infanzia di uno dei figli della mistica di Paravati, ha avuto la fortuna di poter scorgere in modo diretto aspetti particolare della figura della donna di fede che a chiunque altro scrittore sono stati preclusi.
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E proprio grazie a questa esperienza il suo ultimo lavoro, dal titolo “Sotto il cielo di Paravati, completato a pochi giorni dall’anniversario della morte di Natuzza, nel momento in cui si avviano le pratiche per il percorso di beatificazione della donna di preghiera appare una parentesi piacevole nella mole di scritti sulla vita della mistica di Paravati. La presentazione del volume si svolgerà questo pomeriggio a partire dalle ore 18, nella sala polifunzionale della fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”. Sul libro si soffermeranno il giornalista Arcangelo Badolati, il presidente emerito della Corte di Cassazione, Romano De Grazia, e lo scrittore Mimmo Mazzeo, mentre come ovvio la conclusione della manifestazione, coordinata dal giornalista Sergio Muzzopappa, sarà affidata all’autore.
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“Nel volume, l’autore – si legge nella presentazione – partendo dalla sua adolescenza, trascorsa proprio a pochi passi dalla casa di Natuzza, costruisce con tecnica sopraffina e sentimentale, un ponte tra la figura umana e l’icona religiosa che Fortunata Evolo ha lasciato ai suoi figli spirituali, partendo da un punto fermo ed essenziale per tutte le opere di questo genere ovvero dalla conoscenza diretta di questa affascinante e meravigliosa storia di fede: una è l’umile donna di Paravati, madre e moglie; l’altra è la prescelta, la figlia del disegno divino”. Il libro è il frutto dei ricordi dell’autore, molti dei quali gli sono stati tramessi direttamente dai suoi genitori e dai suoi nonni paterni e dai vicini di casa della via Nazionale, dove Natuzza Evolo ha trascorso gran parte della sua vita. Nel libro non mancano gli accenni allo stato di totale abbandono in cui versava Paravati negli anni in cui Natuzza vide la luce.
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