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VIBO VALENTIA – Quasi due anni di indagine, due province e 26 indagati tra sindaci, dirigenti e tecnici della società di gestione del servizio idrico regionale, responsabili di Asp, dirigenti regionali e Arpacal, un invaso sequestrato per carenze igienico-strutturali, il relativo impianto di potabilizzazione, nonchè 57 apparati idrici (serbatoi, sorgenti, pozzi, partitori, ecc.).
Un’ondata, è il caso di dirlo, che ha travolto quei soggetti che l’autorità giudiziaria di Vibo ritiene responsabili di gravi disagi registrati nell’ultimo anno e mezzo sia nel Vibonese che in alcune zone del Catanzarese. “Acqua sporca” è il nome dell’inchiesta partita nel luglio 2010 coordinata dal procuratore capo Mario Spagnuolo e dal sostituto Michele Sirgiovanni, quest’ultimo titolare dell’indagine, e condotta sul campo dai militari del Nas di Catanzaro, del Reparto Operativo di Vibo e del Corpo forestale dello Stato la cui prima fase si è conclusa nella mattinata di ieri con l’emissione, come detto, di 26 avvisi di garanzia.
Nomi eccellenti, a scorrere la lista degli indagati, tra i quali risaltano quelli dell’allora presidente della Sorical e attuale neo sindaco di Catanzaro Sergio Abramo, del primo cittadino di Vibo, Nicola D’Agostino, e del suo predecessore Franco Sammarco. Sorical che aveva la gestione dell’invaso dell’Alaco e che ha tra gli indagati anche il presidente pro tempore del Cda, l’amministratore delegato e il direttore generale tecnico. Non da meno l’Arpacal con il direttore p.t. del dipartimento di Vibo e del direttore del dipartimento vibonese. Coinvolte anche due Aziende sanitarie con il dirigente dell’unità operativa igiene, alimenti e nutrizione del distretto Asp di Soverato, del direttore pro-tempore del dipartimento di prevenzione Asp di Vibo del direttore p.t. del dipartimento di prevenzione sempre dell’Asp di Vibo nonché del dirigente dell’unità operativa igiene della nutrizione dell’Azienda vibonese.
Il lavoro investigativo è iniziato da una serie di denunce nelle quali si segnalavano disagi per il colore dell’acqua che fuoriusciva dai rubinetti. Fenomeno esteso a macchia di leopardo sul territorio che aveva portato l’Ufficio di procura a sequestrare il serbatoio di località “Tiro a segno”. Un palliativo, però, in quanto i problemi persistevano. E ciò aveva indotto gli inquirenti a rivolgere la loro attenzione a monte: cioè all’Alaco, facendo riferimento a consulenti esperti in materia (specialisti universitari). Da qui era, così, emerso che ad essere compromesso era tutto il sistema idrico. L’acqua, infatti, partendo dall’invaso dell’Alaco, opera costruita dalla Cassa del mezzogiorno e dal 2005 passata a Sorical, finiva negli affluenti e, da lì, nelle case dei vibonesi e dei catanzaresi senza che vi fosse, come hanno riferito in conferenza stampa gli inquirenti, un’attività di controllo non solo fisico ma anche chimico.
La gente, quindi, non sapeva se il fluido che utilizzava quotidianamente fosse a norma o meno anche perché le varie ordinanze diramate dai Comuni non facevano altro che generare confusione. Lo stesso Spagnuolo ha ammesso l’eventualità che si sia utilizzata acqua inquinata, ma adesso la situazione dovrebbe essere tornata alla normalità anche se, c’è da aggiungere, gli ultimi controlli, risalenti a circa 10 giorni fa avrebbero fatto emergere altre irregolarità che adesso, il custode giudiziario nominato dalla Procura ed individuato nell’ingegnere Marco Merante, dovrà risolvere.
In particolare, Abramo, Camo e Del Re, sono indagati per violazione dell’art. 355 C.p. (inadempimento di contratto di pubbliche forniture). Abramo, Camo, Del Re, De Marco, Ricciuto, Biondi, Vincenzo Pisani e Fortuna, sono indagati per violazione degli artt. 113 e 452 (cooperazione di persone nel delitto colposo, in riferimento all’art 439: avvelenamento colposo di acque). Biondi, per violazione dell’art. 481 C.p. (falsità ideologica commessa da esercenti servizi di pubblica necessità); Romeo, Mazza, Brancati, Curia, De Filippis e Maida, per l’art. 328 C.p (omissione o rifiuto di atti d’ufficio); Ricciuto, Lagadari Domenico e Pietro, per gli artt. 110 e 340 (concorso di persone nel reato doloso, interruzione di pubblico servizio); Caracciolo, Pisani, Camillen, Catricalà, Massara, Pasqua e Carnovale, sempre dell’art. 328 (omissione o rifiuto d’atti d’ufficio); Caracciolo, Sammarco e D’Agostino, dell’art. 21 del Dpr n. 236/88 (erogava, per il diretto consumo umano, acqua non conforme ai requisiti di qualità previsti dall’allegato 1 del citato Dpr e quindi non potabile); Criniti, dell’art. 323 c.p. (abuso d’ufficio).
Gli indagati
Sergio Abramo (presidente del Cda Sorical),
Geppino Camo (presidente pro tempore del Cda),
Maurizio Del Re (amministratore delegato Sorical),
Sergio de Marco (direttore generale tecnico Sorical),
Giulio Ricciuto (responsabile del compartimento area centro e degli impianti di potabilizzazione),
Ernaldo Antonio Biondi (resp. per la zona di Vibo),
Vincenzo Pisani (addetto al servizio interno analisi di laboratorio e processi di trattamento delle acque),
Massimiliano Fortuna,
Pietro Lagadari,
Domenico Lagadari,
Maria Stefania Caracciolo (commissario prefettizio pro tempore del comune di Serra San Bruno),
Fabio Pisani (responsabile pro tempore dell’ufficio tecnico del comune di Serra).
Roberto Camillen (resp. pro tempore del settore manutentivo del comune di Serra).
Francesco Catricalà (dirigente dell’unità operativa igiene, alimenti e nutrizione del distretto dell’Asp di Soverato).
Francesco Massara (direttore pro-tempore del dipartimento di prevenzione dell’Asp di Vibo).
Cesare Pasqua (direttore p.t. del dipartimento di prevenzione dell’Asp di Vibo).
Fortunato Carnovale (dirigente dell’unità operativa igiene della nutrizione dell’Asp di Vibo).
Mariano Romeo (direttore. p.t. del dipartimento dell’Arpacal di Vibo).
Beniamino Mazza (direttore del dip. Arpacal di Vibo).
Giacomino Brancati (dirigente p.t. del settore area-LEA del dip. tutela salute e politiche sanitarie della Regione).
Luigi Rubens Curia (dirigente settore area-Lea dip. tutela salute della Regione).
Silvana Angela Emilia De Filippis (dirigente p.t. del dip. tutela salute della Regione).
Rosanna Maida (dirigente del servizio Attività territoriale e prevenzione e promoz. della salute del settore Area-LEA).
Francesco Sammarco (sindaco p.t. del comune di Vibo),
Nicola Maria D’Agostino (sindaco di Vibo).
Domenico Criniti (sindaco p.t. del comune di Santa Caterina).
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