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MILETO – Alla fine il Governo ha deciso di sciogliere il consiglio comunale che sosteneva il sindaco Vincenzo Varone alla guida della città normanna. A distanza di poco più di una sessantina di giorni dalla trasmissione da parte della prefettura di Vibo Valentia della relazione con parere negativo e contestuale richiesta di scioglimento del consiglio comunale, il Governo Monti, su richiesta del ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, ha predisposto lo scioglimento. A questo punto nell’arco della prossima settimana sarà inviata nella città normanna la commissione straordinaria ministeriale che guiderà la città, che conta circa 7000 abitanti, per i prossimi 18 mesi. Tanto dura, infatti, il commissariamento e la contestuale sospensione del sistema democratico elettivo della massima assemblea cittadina in caso di scioglimento per infiltrazioni della criminalità organizzata. Al momento nessun commento del sindaco Varone e della sua maggioranza.
Il commissariamento segue il periodo, durato circa 5 mesi, durante il quale a Mileto ha operato una commissione di accesso agli atti inviata dall’allora prefetto di Vibo Luisa Latella, commissione che ha scandagliato l’attività del consiglio comunale eletto il 25 giugno 2009 dal momento dell’elezione e fino a tutto agosto 2011. Per la prima volta nella sua storia la città, prestigiosa sede vescovile da quasi mille anni, subisce un commissariamento per infiltrazioni mafiose. La commissione di accesso agli atti, formata dal viceprefetto Filippo Romano e dai capitani Stefano Di Paolo per i carabinieri e Luca Bonatesta per la Guardia di Finanza, a cui si affiancavano, in qualità di consulenti, Luigi Pontuale, dirigente dei servizi economico-finanziari della prefettura, e il vicequestore Onofrio Marcello, si era insediata il 31 agosto scorso con il compito di studiare le carte e indagare gli atti compiuti dall’amministrazione comunale dalla data del suo insediamento (25 giugno 2009) alla data del 25 agosto 2011.
Nel corso dei tre mesi trascorsi dal loro primo insediamento gli uomini inviati a Mileto dal prefetto Latella hanno acquisito documentazione e ascoltato gli amministratori, tuttavia il termine scaduto il 30 novembre si è rivelato insufficiente è la commissione ai primi di dicembre si è vista prorogare il mandato di altri 90 giorni. Mandato che poi non è stato portato a termine vista la richiesta di scioglimento inviata dalla prefettura. Recentemente altri due comuni del Vibonese sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose, si tratta di Briatico, il cui consiglio comunale è stato sciolto il 20 gennaio, e Nardodipace, sciolto, invece, il 14 dicembre dello scorso anno. Attualmente, inoltre, nel Vibonese risulta commissariato per infiltrazioni mafiose anche il comune di Nicotera sciolto il 13 agosto 2010.
BAGALADI – Anche il consiglio comunale di Bagaladi che sosteneva il sindaco Pasquale Curatola, eletto il 28 marzo 2010, è stato sciolto dal Governo per la presenza di infiltrazioni e condizionamenti della criminalità organizzata. Il Prefetto della provincia di Reggio Calabria, Luigi Varratta, su delega del Ministro dell’Interno aveva disposto l’accesso, ai sensi della normativa antimafia, presso l’amministrazione comunale di Bagaladi lo scorso mese di giugno. L’esecuzione del provvedimento era stata affidata ad una commissione costituita da funzionari prefettizi che ha effettueto una serie di accertamenti volti a verificare l’esistenza di eventuali tentativi di condizionamento da parte di organizzazioni malavitose al fine di incidere sull’attività amministrativa dell’ente locale. Data la decisione del ministero appare evidente che per il Governo tali condizionamenti risultano esistenti. Nel corso delle prossime settimane sarà inviata anche a Bagaladi, paese di circa 1200 abitanti, la commissione ministeriale che resterà in carica per i prossimi 18 mesi.
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