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Sciolta dal Consiglio dei ministri l’Asp di Vibo per infiltrazioni mafiose proposto dal prefetto Paolo Giovanni Grieco anche sulle risultanze dell’indagine “Maestrale-Carthago”. È la seconda volta dopo quella del 2010


VIBO VALENTIA – Il consiglio dei ministri, su proposta del titolare del dicastero all’Interno, Matteo Piantedosi, ha decretato lo scioglimento per infiltrazioni mafiose dell’Azienda sanitaria di Vibo Valentia. Decisione comunicata in serata. Lo avevamo scritto a luglio scorso che le settimane a venire sarebbero state decisive per palazzo ex Inam in quanto nell’ultima seduta del comitato per l’ordine e la sicurezza svoltosi qualche giorno prima, aperto anche alla presenza del presidente della Provincia e dell’ex sindaco Maria Limardo, il prefetto Paolo Giovanni Grieco aveva deciso di inoltrare al ministro la richiesta di scioglimento dell’ente sanitario. Questo sulla scorta delle risultanze negative emerse dal lavoro svolto dalla commissione di accesso agli atti insediatasi a palazzo ex Inam il 22 novembre del 2023. Un’attività intensa vista la mole di documenti da visionare che ha portato, inevitabilmente, ad una proroga di ulteriori tre mesi di indagine.

LE RISULTANZE DELL’OPERAZIONE “MAESTRALE-CARTHAGO”

La decisione di inviare la Commissione d’accesso era giunta dopo l’operazione antimafia “Maestrale-Carthago” in quanto emergeva la presenza di una “cointeressenza dell’Asp di Vibo sia con la criminalità organizzata e sia con esponenti politici di vario livello che di fatto condiziona in modo totale l’esercizio delle funzioni dell’Ente, che mediante i propri atti risponde a logiche criminali e politiche invece che perseguire l’interesse pubblico afferente la sanità”. Si riportavano, al riguardo, diversi episodi che confermerebbero tale prospettazione in particolare i retroscena relativi alla gestione degli appalti da parte dell’Azienda e la “stretta correlazione con la criminalità organizzata che hanno offerto un punto di vista privilegiato ed attuale circa gli assetti dell’Ente sanitario ed i più che evidenti condizionamenti”.

Insomma, dalle carte di Maestrale-Carthago veniva cristallizzato il dato di una “Azienda Sanitaria totalmente asservita ai desiderata della criminalità locale” e degli “strettissimi collegamenti tra alcuni pubblici funzionari ed esponenti della ’ndrangheta. In particolare all’interno dell’Asp tali relazioni hanno determinato il condizionamento delle attività dell’ente pubblico per perseguire interessi privati e mafiosi”. Spettava al ministro Piantedosi decidere il da farsi ma il percorso, alla luce delle determinazioni del capo di palazzo Rizzuti, era ormai segnato. Questo scioglimento segue quello decretato nel 2010.

SCIOLTA L’AZIENDA SANITARIA VIBONESE, IL PRESIDENTE OCCHIUTO: «L’ASP DI VIBO PAGA DECENNI DI ABBANDONO E MALAGESTIONE»

«La decisione del Consiglio dei ministri che ha deliberato – in considerazione della necessità di proseguire nell’opera di risanamento dell’azione amministrativa rispetto agli accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata – l’affidamento, per la durata di diciotto mesi, dell’amministrazione dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia ad una commissione straordinaria, purtroppo, non ci sorprende. L’accesso agli atti chiesto mesi fa era stato un primo chiaro campanello d’allarme».

Per Occhiuto «L’Asp vibonese paga decenni di abbandono e di malagestione: per troppo tempo sono state prodotte scorie radioattive che solo grazie all’intervento fermo e deciso dello Stato potremo smaltire più velocemente e in modo efficace. Il provvedimento del Cdm si riferisce a fatti avvenuti tanti anni fa, noi negli ultimi tre anni abbiamo tentato di fare andare avanti un’azienda in enorme difficoltà. Ringrazio il commissario straordinario, il generale Antonio Battistini, per l’ottimo lavoro fatto nell’ultimo anno e mezzo».

Il presidente della Regione attribuisce alla guida commissariale «un positivo percorso di risanamento aziendale, con azioni concrete e per nulla scontate: dall’approvazione del bilancio alla stabilizzazione del personale, dalle iniziative per abbattere le liste di attesa alla riorganizzazione della farmacia territoriale, fino al potenziamento della neuropsichiatria infantile.
L’Azienda – voglio sottolinearlo – si è costituita parte civile proprio nel processo penale ‘Maestrale Carthago’ contro tutti i dipendenti dell’Asp coinvolti, nonché contro gli aggressori del personale sanitario. La Regione Calabria e la struttura commissariale che guido sono a disposizione dello Stato: con una proficua collaborazione tra istituzioni riusciremo, ne sono certo, a traghettare l’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia verso la normalità».

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