La genesi dell'inchiesta antiprostituzione a Vibo Valentia
INDICE DEI CONTENUTI
- 1 PROSTITUZIONE A VIBO, LA GENESI DELL’INCHIESTA DELLA POLIZIA E LE CASE DEL “PECCATO”
- 2 GLI ANNUNCI SUI SITI INTERNET
- 3 INCHIESTA SULLA PROSTITUZIONE A VIBO, L’UTILIZZO DI WHATSAPP PER ELUDERE LE INTERCETTAZIONI DELLA POLIZIA
- 4 “LA GENTE PUÒ PENSARE CHE SONO UN MAGNACCIO”
- 5 “SALI, TE LO FAI E IO INTANTO TI ASPETTO IN MACCHINA”
- 6 “SE LAVORATE GUADAGNO ANCHE IO”
Nuovi particolari sull’inchiesta che ha portato alla luce un giro di prostituzione a Vibo con le “case del peccato” in pieno centro storico
VIBO VALENTIA – Una telefonata giunta alla Questura di Vibo nel mese di aprile 2022 che segnalava la presenza del centro storico del capoluogo di una casa per appuntamenti ove si svolgeva attività di prostituzione ha fatto scattare l’inchiesta condotta dalla Squadra Mobile della Polizia e dalla Questura che ha portato agli arresti domiciliari un uomo.
Si tratta di A.C., 46 anni, di Cosenza ma residente a Vibo Valentia, mentre a finire denunciate a piede libero sono cinque donne: S.B, 48 anni, di Castrovillari; M.Y.B., 47 anni, della Repubblica Dominicana (alias “Marilena”) residente a Roma; M.Z.Y.H., 37 anni, della Repubblica Dominicana (alias Gisella) residente a Rozzano (MI); M.D.L.A.D., 54 anni, della Repubblica Dominicana (alias Cocò), residente a Vibo; e H.H, 53 anni, di Liaoning (Repubblica Popolare Cinese) e residente a Roma.
PROSTITUZIONE A VIBO, LA GENESI DELL’INCHIESTA DELLA POLIZIA E LE CASE DEL “PECCATO”
Subito dopo la segnalazione, gli investigatori si sono messi all’opera recandosi nei pressi dell’immobile dal quale hanno visto uscire due donne di circa 25/30 anni e salire poi a bordo di una vettura che si era fermata davanti l’uscio per poi fermarsi presso il market Despar all’interno del quale i tre avevano fatto ingresso per poi riuscire con la spesa. Lo stabile era però rimasto sotto stretta osservazione degli inquirenti che l’8 aprile avevano notato entrare nello stesso un uomo e uscirvi dopo circa 15 minuti con accortezza.
Ma non sarebbe stata, quella, l’unica casa per appuntamenti che la polizia avrebbe scoperto in città. Infatti, appena 5 giorni dopo, l’uomo si trova in compagnia di una donna di nazionalità straniera varcare l’uscio di un altro palazzo sito, anche questo, in pieno centro storico. Mentre quello successivo ad essere monitorata è un’altra persona, vista entrare e uscire dall’immobile dopo circa 20 minuti. E la stessa scena si sarebbe poi verificata, altre due volte, un paio d’ore dopo. A.C. sarebbe poi stato visto insieme a S.B. nei pressi di Corso Umberto.
GLI ANNUNCI SUI SITI INTERNET
Al fine di dare riscontro alla presunta attività di meretricio svolta presso i due immobili, il 20 aprile, gli inquirenti avevano escusso i soggetti entrare ed uscire dagli stessi che avrebbero quindi confermato che in quegli appartamenti si svolgeva attività di prostituzione con diverse donne di origini straniere i cui contatti avvenivano tramite il sito internet “bacheca incontri Vibo” che presentava cinque utenze telefoniche intestate a soggetti stranieri non censiti nelle banche dati Sdi e nel portale dell’Ufficio immigrazione, mentre una apparteneva ad una donna romena residente a Corigliano Calabro con precedenti specifici.
Ma non solo. L’attività di controllo su A.C. avrebbe portato poi a far emergere gli accrediti rilasciati tramite postepay evolution alle straniere. Uno di questo recava la somma di 1.070 euro in due tranche: 5 e 19 agosto. Negli accertamenti degli investigatori della Mobile anche il confronto tra le utenze telefoniche acquisite con i vari siti internet per incontri piccanti e in uno del quali figurava come zona “rossa” Vibo Valentia “vicino tribunale nuovo”, quindi una terza abitazione, tant’è che il 22 agosto 2022, davanti ad una palazzina, i poliziotti si erano imbattuti in una donna con tratti somatici corrispondenti a quella già monitorata insieme ad A.C. e che in un locale sito in viale Papa Giovanni Paolo II vi era stato nei giorni precedenti un viavai di ragazzi e uomini.
INCHIESTA SULLA PROSTITUZIONE A VIBO, L’UTILIZZO DI WHATSAPP PER ELUDERE LE INTERCETTAZIONI DELLA POLIZIA
I due soggetti calabresi monitorati e le altre donne dedite al meretricio, per timore di essere intercettati, effettuavano la maggior parte delle comunicazioni utilizzando l’App di messaggistica Whatsapp in modalità chiamate audio/video e note vocali anche tramite profilo “Business”, tant’è che in una conversazione con A.C. una delle straniere lo invitava a fare attenzione a quello che diceva sulla linea telefonica ricordandogli che non stava utilizzando l’App: “…sì, attento a quello che parli di qua… questo telefono è…”.
Dall’inchiesta anti-prostituzione della polizia di Vibo, tuttavia, non sono emersi contatti tra tutti gli indagati in quanto l’unico a intrattenerli era l’indagato. Questi utilizzava, tra l’altro, una utenza intestata ad un cittadino del Bangladesh in cui venivano principalmente inoltrate richieste di donne, soprattutto straniere, di disponibilità di posti a Vibo Valentia per esercitare l’attività di prostituzione. E le straniere, a loro volta, fornivano, negli annunci pubblicati su bacheca incontri, utenze telefoniche intestate a terze persone.
“LA GENTE PUÒ PENSARE CHE SONO UN MAGNACCIO”
Il timore di essere scoperti era forte in A.C. che in una occasione si era lamentato con una tale Jasmin per aver ricevuto i soldi, necessari per caricare la scheda di un’altra donna, all’aperto e non nell’appartamento: “Cosa ti ho fatto? Non mi è piaciuta proprio questa cosa, neanche a mi far entrare dentro che tutti guardavano che tu mi hai dato i soldi, sta cosa a me non me gusta, che io vi rispetto mi facevi entrare un attimo e mi davi i cosi”.
E per assicurarsi che avesse compreso l’interlocutore ribadiva il concetto alla donna: “Non mi gustano queste cose, da domingo che mi dovevi dare i 50 euro lì da Samantha, ed i 50 euro che tu hai prestato a Desi. Non è che li prendo io, adesso sto andando a caricare la postepay a Marilena e pure a mi hombre figurati. Non mi gustano queste cose perché la gente può pensare che sono un magnaccio vostro e tu lo sai ste: cose non me gustano, mi facevi entrare un attimo, mi davi i denari e me ne andavo”.
L’8 settembre 20922 A.C. intrattiene una conversazione immediata i messaggi vocali con una donna con accento straniero verosimilmente Jasmine l’argomento della conversazione verte sul lavoro di meretrice e sui pochi clienti ricevuti dalla donna nonché sui relativi pagamenti di affitti da sostenere da parte delle ragazze dedite a tale attività in particolare la straniera lo accusa di averle fatto pagare 50 quando lei è giunta alle 4 del pomeriggio nonostante la medesima per tutta la giornata non abbia ricevuto clienti.
“SALI, TE LO FAI E IO INTANTO TI ASPETTO IN MACCHINA”
In un’altra conversazione, sempre A.C. si ritrovava insieme a Marilena la quale riceveva una telefonata da un cliente e pertanto l’uomo la invitava a tornare a casa e a fare in fretta per poi riuscire e recarsi a cenare: “Vabbè, non ti preoccupare ci andiamo dopo la, ti fai a questo e io ti aspetto in macchina, almeno ti fai 50 euro. Qualcosina oggi la fai, te l’ho detto che non ci sono le partite, non mi ascolti, speriamo a Dio cosi se lo fa pure lei e si tranquillizza. Ora, comunque, andiamo dalla parte di sotto cosi sali subito e te lo fai e io aspetto qua, mi fumo una sigaretta, tanto “u pub” è aperto e almeno recuperi 50 euro”.
“SE LAVORATE GUADAGNO ANCHE IO”
La conversazione prosegue dopo il ritorno della donna dal rapporto consumato. È sempre l’uomo a parlare: “C’è movimento stasera che c’è musica, vuoi vedere che dopo mi dici tu, ‘Peccato che voglio rimanere? Ma poi è cosi il lavoro ti immagini dentro una sera fai 500 euro. Claro? Ti vengono due tre bueni che ti pagano 150 euro e ti sei fatta la serata e ti scombussola todo…. e ci sono certe che poi cambiano idea e si fanno cambiare pure il biglietto… se lo possono cambiare”.
Quasi come un buon padre di famiglia, A.C. usava parole di incoraggiamento verso la donna: “Io me lo auguro che rimani, che facessi 1.000 euro e rimani tu. Magari che a me fa piacere quando una ragazza lavora, non voglio che una resta male e se ne va, claro? Da Taranto state venendo non è che… da Napoli o cosa… A me non dispiace eh! A me fa piacere quando lavorate, almeno qualcosina la guadagno pure io poi, chiaro? Non è che siete venuti qui per fare una vacanza, che lavorate… magari fate 400 euro stasera oltre a questo e cambi idea mi dici di non cambiare il biglietto e rimanere… il lavoro vostro è imprevedibile, lo sai meglio di me”.
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