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Una dottoressa della guardia medica di Stefanaconi ha trovato una pistola giocattolo sul parabrezza della sua auto
VIBO VALENTIA – Grave intimidazione nei confronti di una giovane dottoressa di Stefanaconi. Ignoti, hanno lasciato, la sera del 29 novembre scorso una pistola giocattolo sul parabrezza dell’auto della donna, Isabella Bartalotta. A rendere noto l’inquietante episodio è stata l’amministrazione comunale di Stefanaconi attraverso la sua pagina Facebook, condannando senza mezzi termini il gesto: «Il vile atto subito dalla dottoressa – si legge nel post – ieri sera in servizio presso la nostra guardia medica, offende l’intera comunità. Qualcuno ha pensato di poggiare sul cofano posteriore della sua macchina una pistola giocattolo. L’episodio è stato denunciato immediatamente alle competenti autorità, che hanno avviato le indagini per risalire agli autori di questo riprovevole gesto».
Anche l’Ordine dei medici ha preso posizione sull’episodio: «Il consiglio direttivo dell’Ordine nel esprimere indignazione per questo deprecabile insano è ingiustificato atto, manifesta solidarietà e vicinanza alla collega che con abnegazione, professionalità e impegno svolge la propria attività medica con vivo apprezzamento da parte della comunità di Stefanaconi. Il consiglio dell’ordine dei medici rileva con grave preoccupazione il ripetersi nel nostro territorio, di manifestazioni che sotto varie forme intimidatorie con aggressione verbale e fisica vengono perpetrate nei confronti dei medici e degli operatori sanitari nell’esercizio dell’attività sanitaria;
Queste manifestazioni di violenza di aggressioni creano apprensione e paura nel personale sanitario che nell’esercizio delle proprie funzioni necessiterebbe tranquillità e serenità per poter svolgere la propria attività professionale con responsabilità nei confronti dei cittadini. In considerazione di queste preoccupanti e continue distorsioni nella relazione medico paziente, il consiglio invita i cittadini delle comunità sede di postazione di continuità assistenziale, a percepire e considerare con senso di appartenenza, la sede della continuità assistenziale e di vigilare affinché i medici di in esso operanti possono svolgere con tranquillità e serenità il proprio ruolo a favore della comunità di appartenenza».
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