X
<
>

Immagine di repertorio

Share
3 minuti per la lettura

Duro colpo a una cosca della ‘Ndrangheta nel Vibonese, 18 arresti. Misure cautelari per 32 persone e sequestro di beni per 12 milioni

Duro colpo alla ‘ndrangheta nel Vibonese: 32 persone, questa mattina, sono state raggiunte da misure cautelari. Sono indagate, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, usura, trasferimento fraudolento di valori. In particolare, 11 persone sono si trovano ora in carcere; 7 agli arresti domiciliari; per 13 persone vige l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e un divieto di dimora nella regione Calabria. Le misure cautelari sono state eseguite nell’ambito dell’operazione Imperium.

LEGGI ANCHE: Imperium, tutti i nomi e le misure cautelari adottate

A eseguire le ordinanze sono stati i  militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, con la collaborazione del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) su richiesta della locale Procura della Repubblica.

Sequestri per 12 milioni

Disposto inoltre il sequestro di tre ditte operanti nel settore turistico, che si sono avvicendate nella gestione di uno stabilimento balneare a Nicotera Marina (VV), tuttora in esercizio, e di un’attività commerciale di Milano, operante nel settore floreale. Le attività erano tutte riconducibili a soggetti appartenenti ad una cosca di ‘ndrangheta, egemone nel vibonese, per un valore di circa 250 mila euro.

E’ stato inoltre confermato il sequestro preventivo nei confronti di diversi fabbricati, terreni, quote di partecipazione, complessi aziendali, ditte individuali e autoveicoli, per un valore complessivo di oltre 12 milioni di euro, tra cui il noto villaggio turistico Sayonara, beni già oggetto di precedente misura cautelare patrimoniale.

Le misure sono state eseguite nelle province di Vibo Valentia, Catanzaro, Reggio Calabria, Roma, Catania, Milano, Sondrio, Monza e Brianza, Cosenza, Caserta, Chieti e L’Aquila, con l’impiego di oltre 140 finanzieri e l’ausilio di unità Antiterrorismo e Pronto Impiego del Corpo, concludono una articolata attività d’indagine svolta dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria/G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Catanzaro.

Il controllo sulle attività commerciali

In particolare, le indagini hanno fatto emergere la gravità indiziaria circa la sussistenza di un gruppo criminale, riconducibile ad una consorteria operante nella provincia vibonese che, avvalendosi della forza di intimidazione che scaturiva dal vincolo associativo e delle conseguenti condizioni di assoggettamento e di omertà, aveva acquisito il controllo di fatto di diverse attività commerciali, soprattutto nel settore turistico-alberghiero, tanto da condizionarne la gestione. Al riguardo, gli amministratori di fatto e di diritto e altri soggetti che si sono occupati del management delle citate attività sono stati attinti da misure cautelari personali.

A suffragare le ipotesi investigative della Direzione Distrettuale Antimafia hanno contribuito le dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, secondo cui alcuni degli indagati, al fine di agevolare l’attività dell’associazione di tipo ‘ndranghetistico, nel corso degli anni, ponendo in essere diverse condotte di attribuzione fittizia di quote di società ovvero di cariche di amministrazione, si sarebbero adoperati per assicurare a soggetti appartenenti ad una cosca di ‘ndrangheta del vibonese l’impunità ovvero la non riconducibilità delle attività imprenditoriali in capo agli stessi in modo da evitare provvedimenti di aggressione patrimoniale.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE