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Pasquale Megna il figlio di Assunto che ha scelto di collaborare con la giustizia

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I retroscena dell’inchiesta Imperium, dopo la collaborazione del figlio Pasquale con la Dda Assunto Megna era pronto a fuggire all’estero

VIBO VALENTIA – Quando la notizia della collaborazione del figlio Pasquale era divenuta di pubblico dominio, soprattutto per via della pubblicazione da parte degli organi di stampa, Assunto Megna, principale soggetto indagato nell’operazione “Imperium”, dopo aver superato il momento di stupore, andò dapprima nel panico ma subito dopo realizzò che una possibilità sarebbe stata quella di lasciare l’Italia.

FUGGIRE ALL’ESTERO, ASSUNTO MEGNA E LA RICERCA DI ALLOGGI IN SPAGNA

E così avrebbe rivolto il proprio sguardo verso la Spagna, ma anche l’Africa o ancora l’Argentina dove aveva già avviato degli affari commerciali, soprattutto nel settore ittico. Frequenti infatti le telefonate a siti quali “Idealista”, “Trovit”, “Kyero”, “Thinkspain”, “Granadahouses.es”, “Spainhouses.net” e “Casabien.es” che si occupano della compravendita di beni immobiliari, tra cui alloggi, case, ville e quant’altro, per chiedere informazioni. Il 20 aprile, quindi due giorni dopo la notizia del pentimento del figlio, sono iniziate le telefonate internazionali alla ricerca di informazioni su abitazioni in varie città del Paese Iberico, come ad esempio Cordoba, in Andalusia, dove avrebbe manifestato interesse per una Finca Rustica (una fattoria) di 138mila metri quadri al costo di 270mila euro.

FAMIGLIA SOTTO PROTEZIONE

Altri due giorni ancora ed è diventata operativa l’attivazione del servizio di protezione dei familiari di Pasquale Megna: la moglie e i figli. Allo stesso modo anche la madre del pentito ha acconsentito di entrare nel programma e così nella mattinata del giorno successivo il Nop di Reggio Calabria ha provveduto a trasferire gli interessati in località protetta. Tuttavia, nella medesima mattinata è stata captata una conversazione, avuta all’interno dell’autovettura in uso ad Assunto Megna, tra quest’ultimo e la figlia Federica (sorella del collaboratore) in cui i due hanno discusso in merito ai rispettivi progetti di vita futura, ragionando se rimanere a Nicotera oppure trasferirsi.

Il padre ha annunciato alla ragazza che anche lui sarebbe andato via dal paese ma non aderendo, di fatto, alla protezione, e non specificando quando anche se avrebbe poi precisato che si stava già interessando a dei locali/appartamenti in Spagna, paese nel quale aveva intenzione di recarsi a breve anche per partecipare alla fiera del pesce a Barcellona che si sarebbe svolta dopo il 25 aprile. Megna, mediante la piattaforma “Edreams” aveva prenotato un viaggio per la Spagna, tuttavia allo stato attuale agli investigatori non è stato possibile stabilirne data di partenza e luogo esatto di destinazione.

FUGGIRE ALL’ESTERO, ASSUNTO MEGNA PENSAVA A CAPO VERDE?

Gli affari di Megna però toccavano anche l’Africa, nello specifico l’arcipelago di Capo Verde, in pieno Oceano Atlantico dove l’attività ittica è fiorente, tant’è che il 27 febbraio precedente aveva intrattenuto una conversazione telefonica con tale Alfredo, informandolo di essere andato nella minuscola repubblica dove, insieme ad un amico, aveva avviato, appunto, una attività imprenditoriale per la lavorazione del pesce prendendo il prodotto direttamente dalle barche e dove possedeva un capannone, delle celle, tunnel e sale per svolgere tali operazioni.

LEGGI ANCHE: Imperium, l’ascesa di Megna con affari tra Spagna, Argentina e Capo Verde

Nella conversazione intercettata con Pantaleone Lentini, nipote del boss Luigi Mancuso del 6 giugno scorso, Megna invita il proprio interlocutore ad andare via con lui (“Tanto se vado da qualche parte, te ne devi venire con me, non ti pensare che rimani qua, tu!”) ottenendo tuttavia un netto rifiuto (“Non vado da alcuna parte”).

ASSUNTO MEGNA E L’INTENZIONE DI FUGGIRE E SCEGLIERE L’AFRICA COME META ALL’ESTERO

Megna, tuttavia ribadisce che per lui quella è la soluzione migliore: “No, loro no…, (riferendosi verosimilmente alla famiglia sotto protezione, ndr) però qualche cosa la devo creare fuori”) ed espone la propria intenzione di “riparare” in Africa (“…Devo definire là in Africa… viene… sempre in mezzo ai (inc.le) sempre… comincio le cose”) lasciando “chiaramente intendere – scrive la Dda – che tale proposito è scaturito in seguito alla decisione del figlio di collaborare con la Giustizia: (“E lo so! L’unica cosa che adesso ho…un problema qua, lo sai che in casa non mancano mai quelle cose, come, come a te”).

“LA TESTA DI MIO FIGLIO HA DETTO COSÌ”

La conversazione tra i due prosegue sulla stessa falsa riga precedente ma in questo caso il cenno alla figura del Pasquale sono più diretti e dalle parole del genitore traspare di fatto la rassegnazione alla decisione assunta dal figlio (ASSUNTO: “Ma è normale! Uno che sta… che non ha problemi e sta per bene e non gli manca niente anche se ha qualche piccola difficoltà (inc.le) perché se ne deve andare se uno sta bene?”; PANTALEONE: “Dovrei andare da qualche parte che bene o male mezza cosa ce l’ho creata, no?”; ASSUNTO: “Eh!”; PANTALEONE: “Chi parte un’altra volta da zero… diciamo la verità”; ASSUNTO: “Certo! va bene è normale! E’ normale che è una cosa brutta! Però… purtroppo, la testa di mio figlio ha detto così, cosa devo fare”).

“MI SENTIRÒ COSÌ FIN QUANDO MUOIO”

I due commentano che tuttavia dopo un paio di anni il polverone si sarà calmato e che pertanto di Pasquale non si sentirà più parlare ma quella scelta del figlio Assunto Megna l’ha sofferta molto e avrà modo di manifestarla: (PANTALEONE: “Non è una cosa che dura per sempre”; ASSUNTO: “Boh…”; PANTALEONE: “Cosa volete giocarvi che (inc.le) da qua a due anni non si sente nemmeno più parlare (inc.le)”; ASSUNTO: “Mah! Speriamo!”; PANTALEONE: “Di quell’altro ragazzo adesso ne sentite parlare ancora?”; ASSUNTO: Sì, le persone parlano, loro si dimentica (ndt: l’audio si interrompe per un istante) Però cosa vuoi non è mai una cosa… cioè per come sono fatto io…”; PANTALEONE: “Ma, voi che… che sbaglio avete fatto? Che (inc.le)”; ASSUNTO: “Lo so, però…”; PANTALEONE: “Parliamoci chiaro…”; ASSUNTO: “Però un padre… Si sente sempre… Con la mentalità che ho io, io mi sentirò sempre… fino a quando muoio”).

PENTIMENTO PER CONVENIENZA?

Ad un certo punto, la riflessione tra Assunto Megna e Lentini sulla scelta di Pasquale di collaborare si trasforma in una critica tant’è che si fa riferimento ad una convenienza da parte del giovane di pentirsi dopo l’arresto per l’omicidio di Giuseppe Muzzupappa, del novembre 2022. (ASSUNTO: “A me lo hanno detto, anche tu se vuoi, con la famiglia (ndt: si riferisce alla proposta di accettare di andare entrare nel piano protezione testimoni). Che cavolo stai dicendo, gli ho detto, anzi gli ho detto, ma che cavolo lo volete che uno che dalla mattina alla sera (inc.le) però…”.

[…] PANTALEONE: …Gli chiedeva l’altro, e non mi ricordo, ehh i giorni… e non mi ricordo, e dove per esempio lo ha conosciuto, non mi ricordo. Poi gli ha detto, scusami un attimo, se tu hai deciso di collaborare con la Giustizia e sapevi tutte queste cose, perché hai aspettato che ti succedesse il problema a te e non lo hai fatto prima? Perché non ti vuoi fare la galera? Glielo ha detto chiaro!”; ASSUNTO: “Cretino! È un Cretino!”

PANTALEONE: E lui (ndt: Pasquale Megna) gli ha detto, no, l’intenzione ce l’avevo da prima. E perché non lo hai fatto prima?”; ASSUNTO: “Ah l’intenzione…? E quando ce l’aveva l’intenzione? Quando faceva il “pascià ” nel paese? Eh? Povero “babbaredu” mio! Che adesso lui deve pensare una cosa, che se mai… se mai se capiscono che era come gli dicevo io… che non hanno per che volerlo, si è rovinato con le sue stesse… perché non è più come poteva essere prima società… tu invece gli hai detto, che questo, che quello, quell’altro non è. Non c’è la premeditazione?”.

«NON POTEVO MORIRE PRIMA?»

Nell’ultima parte della conversazione, Assunto Megna afferma che avrebbe preferito morire prima anziché assistere al pentimento del figlio: PANTALEONE: “Dopo gli ha detto (inc.le) quattro cavolate… perché se quello là (ndt: si riferisce verosimilmente a Muzzupappa) non andava la per chiamarlo… lui rimaneva per i fatti suoi, come sempre”. ASSUNTO: “Ah? Non potevo morire un paio di anni fa io, così a quest’ora non c’ero e non soffrivo”; PANTALEONE: “E che morivate, cosa avevate risolto? ASSUNTO: Almeno non, non so, non dovevo subire questo”.

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