Antonio Silipo
2 minuti per la letturaVIBO VALENTIA – «Per quanto invisibile è però tangibile il dolore che lascia». Sono parole lapidarie, strazianti, quelle di un gruppo di cittadini che in queste ore stanno lavorando alacremente a una nobile causa: rendere omaggio alla memoria dell’architetto vibonese Antonio Silipo, la prima vittima del coronavirus in città, attraverso una raccolta fondi avviata da ragazzi, amici e colleghi universitari della figlia Paola, studentessa di ingegneria meccanica e confluita nell’iniziativa avviata da Ilenia Iannello. Il ricavato, andrà a beneficio dell’ospedale “Jazzolino” di Vibo.
Il coronavirus, che solo in Italia finora conta oltre 19mila vittime, con la sua diffusione a macchia d’olio sta purtroppo sta repentinamente portando via nonni, padri, madri, figli e senza nemmeno avere l’occasione di portare loro un ultimo gesto di affetto, un saluto finale, accompagnarli nel trapasso. «Ed è proprio in considerazione di questo dolore – racconta Michele Romano, uno dei promotori dell’iniziativa – che abbiamo voluto compiere un gesto che potesse dimostrare vicinanza a chi in questi giorni sta lottando in prima linea ed alla famiglia, anche considerando il non poterla omaggiare in modo diverso a causa delle restrizioni».
Come tutti i gesti nobili, che vengono esclusivamente dal cuore per recare conforto a chi sta soffrendo, anche questa raccolta fondi è iniziata da una semplice idea tra amici per rendere omaggio alla famiglia Silipo. Da lì, è partita un’altra idea volta a lasciare un segno tangibile e significativo. «Abbiamo pensato – ha continuato Michele Romano – che regalare dei fiori, che appassiscono subito, non fosse qualcosa di utile. E allora abbiamo reputato, con altre persone, allargando la cerchia a oltre 75 persone, di dare un aiuto concreto».
La solidarietà, dunque, si fa strada celermente, riesce a coinvolgere, motivare all’aiuto, getta le sue basi sugli eventi umani che si susseguono, converge in un’unica rete i sentimenti e lo scopo principale di portare conforto, sostegno a chi ha bisogno: «L’iniziativa è stata talmente sentita, che in poco tempo abbiamo raccolto tantissime adesioni – ha specificato Michele Romano – Di certo non abbiamo stravolto le condizioni attuali dell’ospedale della città, ma vogliamo che sia un gesto di vicinanza a Paola, alla sua famiglia e che dia sostegno in qualche modo alle strutture sanitarie, che in questo momento chiaramente sono coinvolte in prima linea». Il messaggio che passa, è che fa onore ai promotori dell’iniziativa, vuole essere chiaro: «Un sostegno al personale sanitario, carente delle attrezzature necessarie e dei dispositivi adeguati a fronteggiare questo terribile e sconosciuto nemico invisibile».
Un’altra lodevole iniziativa, quindi, la quale, al di là di quante risorse economiche si riescano a ricavare, rincuora e conforta, almeno in minima parte, l’animo di chi ha perso, tra l’altro in queste tragiche circostanze, un pezzo della propria vita.
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