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VIBO VALENTIA – La famiglia non te la puoi scegliere ma non sempre è così. Gaetano Miscia ha avuto la fortuna di averne due che gli hanno sempre dato amore e rispetto: quella dei suoi cari e quella dell’Arma. Ed entrambe oggi gli hanno reso omaggio; omaggio all’uomo e al carabiniere che “paura non ha”, che mette la propria incolumità a rischio per salvare quella degli altri. Gaetano Miscia è stato questo, un eroe in divisa, quella iconica nera a righe rosse, con la fiamma sul cappello, della Benemerita.
Lui è morto il 16 novembre del 1981, in una missione di salvataggio, svolgendo il proprio dovere, quello di salvare vite e il suo sacrificio non si è mai sbiadito, come l’inchiostro su un foglio di carta bagnato. È rimasto sempre vivo, nitido forte negli occhi di chi, transitando sulla Provinciale tra Vibo Marina e Pizzo si imbatte in quel monumento con la coda da elicottero, simbolo del suo passato da elicotterista. Ma quell’opera, per quanto sentita, non poteva bastare. Ed è così che ne è stata realizzata un’altra, dall’artista Antonio La Gamba che con i materiali offerti dall’azienda “Metal Sud” ha unito i colori della città, il simbolo dell’Arma e quella rosa rossa che appare sui cofani delle “Gazzelle” per ricordare tragici momenti in cui un militare ha perso la vita in servizio, o meno. Proprio come il brigadiere Miscia.
Adesso, quel monumento imponente si staglia all’entrata del Parco Urbano di località Moderata Durant. Gli occhi della signora Angelina Mastronardi diventano lucidi quando cade il velo da quella “X”, si avvicina, la tocca con mano, si volta verso il sindaco Maria Limardo, il prefetto Francesco Zito e il capitano Gianfranco Pino esclamando “Bella, davvero bella”. È il momento più alto della cerimonia di stamani in cui l’Arma dei carabinieri si è riunita per celebrare un suo “fratello”. Con i vertici della Benemerita e delle altre forze dell’ordine, esponenti delle istituzioni locali e personalità politiche anche tantissimi bambini ad assistere alla cerimonia che si è svolta in due fasi: dalle 9,45, presso la chiesa Regina Pacis, lungo la Statale 18, è tenuto il concerto dell’Ensemble d’Archi del conservatorio “Torrefranca” che ha composto un’apposita opera per Gaetano Miscia, mentre nell’area verde attigua vi è stata l’inaugurazione del monumento.
«Mi sono talmente commossa e ho rivissuto ciò che ho provato 38 anni fa – ha commentato la signora Mastronardi, presente all’evento con figli e nipoti al seguito – Quello che mi ha fatto sentire bene oggi è che dopo tutto questo tempo, l’arma dei carabinieri ancora ricorda mio marito e questa è una cosa bellissima. Essere eroi sembra essere una cosa scontata ma non è proprio così; dare la vita per salvarne altre è un qualcosa di elevato, di assoluto, è la vera essenza del bene verso gli altri.
La mancanza del consorte è ancora forte: «Non c’è giorno che io non pensi a lui. Se mi manca? Certamente, a me come ai miei figli. E ai miei nipoti che mi domandano chi fosse loro nonno, io rispondo sempre che era un uomo che ha sacrificato se stesso per mettere in salvo chi era in pericolo. Un eroe d’altri tempi ma che il tempo e la memoria hanno preservato. La fede mi ha tanto aiutata, se non avessi avuto quella non so come sarei oggi. Il mio ringraziamento va a tutti coloro i quali hanno reso possibile la realizzazione e l’installazione di questo monumento bellissimo, sperando – ha concluso la signora Mastronardi – che nessuno lo danneggi o lo imbratti perché significherebbe mancare di rispetto verso chi ha sempre operato per il bene del prossimo».
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