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Eccone un altro. Uno di coloro, e sono tanti, in grado di disputare una stagione sopra le righe, con un super rendimento. E sarà un caso, o forse no, ma anche Francesco Comito ha giocato nel Sersale, allenato da Giuseppe Saladino. È chiaro che il valore del calciatore ha avuto un peso specifico, ma è altrettanto evidente che tutti i giocatori, giovani e non, che lavorano con il tecnico lametino, finiscono puntualmente per migliorare. Ovviamente tutti coloro che hanno voglia di far bene e fra questi ecco Francesco Comito, centrocampista di sostanza e temperamento, giovane con una gran voglia di mettersi sempre in discussione. A maggio ha compiuto 22 anni. È di Catanzaro e proprio con la maglia giallorossa ha giocato fino alla Berretti, per poi passare al Locri in D e all’Isola Capo Rizzuto in Eccellenza, categoria dove da due stagioni a questa parte, compreso lo scorso mini torneo, è uno dei punti di forza della squadra.

La sorpresa

Nel recente torneo, per Comito, 28 presenze e 4 reti. Un dato, quest’ultimo, che rappresenta una novità «perché finalmente – ci dice subito – sono riuscito a segnare dopo tre anni». A livello personale, però, a prescindere dal numero dei gol, questa rimane una annata decisamente interessante: «A livello di prestazioni sono veramente soddisfatto. Penso che sia stata una stagione importante per quanto mi riguarda».

Il bilancio

A livello di squadra un buon avvio, poi è mancata la continuità di risultati, con quei play off sfuggiti in extremis. «Quel sesto posto rappresenta un buon risultato, ma ci ha riservato anche un po’ di amaro in bocca. Abbiamo avuto un periodo di appannamento e in quella fase abbiamo perso un po’ di punti. Allo stesso tempo devo dire che, avendo comunque una rosa non abbastanza completa, siamo riusciti a tirare fuori il meglio di noi stessi. Avremmo meritato di disputare la post season. Peccato».

Mister Saladino

Passiamo alle caratteristiche tecniche e al rapporto con mister Saladino: «Quando sono arrivato a Sersale, avevo solamente giocato come play nel centrocampo a tre, ma con Saladino ho fatto tutti i ruoli della mediana. Preferisco comunque giocare mezzala sinistra in un centrocampo a 3. Il mister? Ho un bel rapporto con lui, È una persona perbene. Da quando ci siamo visti la prima volta, ho percepito subito che è un grande uomo prima che un grande allenatore preparato. Ha avuto fiducia in me dal primo momento, mi ha responsabilizzato in campo e io gliene sono grato».

L’ambiente

A Sersale «appena arrivato mi sono sentito di ben accetto e ben voluto. È una piazza che ti fa esprimere al meglio. Ho voluto sposare il progetto giallorosso perché innanzitutto avevo la fiducia di mister, società e squadra e poi, venendo da una finale play off persa, mi è venuto  in modo naturale accettare di vestire questa maglia».

Il passato

In Serie D una esperienza con il Locri. Perché uno come Francesco Comito non è rimasto in quarta serie? Forse non ha avuto la giusta considerazione? Ecco la sua risposta: «Quando sono arrivato in Serie D avevo poco più di 18 anni. Andare a giocare a Locri è stato bello, con una tifoseria che qui in Calabria, per quanto riguarda queste categorie, non ha eguali. Io credo che all’epoca non mi sia stato dato del tempo anche perché mi sono ritrovato in una realtà completamente differente da quella a cui ero abituato. L’anno prima giocavo in Berretti e c’erano 50/100 tifosi al campo e poi mi sono ritrovato in D con almeno duemila persone a vederti giocare. Devo dire che la pressione a quell’età ha fatto la sua parte. Io credo che ora potrei dire la mia in Serie D».

L’attenzione

Magari le squadre calabresi di Serie D dovrebbero guardare maggiormente al prodotto regionale. «Io credo che ogni ragazzo debba avere una possibilità quando si sente pronto per il salto di categoria. Io, in questi anni di Eccellenza, ho visto tanti ragazzi che avevano talento ma che hanno dovuto smettere perché avevano perso stimoli. È veramente un peccato che si guardi poco al campionato di Eccellenza perché ci sono ragazzi  di qualità. Ma ci vengono date poche possibilità».

Il vivaio

Essendo cresciuto in un Settore giovanile importante, chiediamo a Francesco Comito un parere in merito ai vivai e a come vengono gestiti. Davvero un giovane può crescere ed emergere? «Sui settori giovanili ci sarebbe molto da dire – risponde – sia a livello regionale sia nazionale. C’è un problema di fondo: troppi stranieri e i ragazzi esordiscono quando il risultato ormai conta poco. Bisogna dar fiducia ai ragazzi, pensare poco al risultato e  guardare alla loro crescita mentale, caratteriale e tecnica. Bisogna avere coraggio e stimolare i giovani a fare meglio, piuttosto che buttarli giù alle prime prestazioni negative, perché solo sbagliando si impara».

Il futuro

Non sa dire se resterà o meno al Sersale: «Al momento ho qualche offerta: sto valutando. È ancora presto. Vediamo cosa succederà più avanti».

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