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Carlo Tavecchio

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Alla fine ha prevalso la linea di Tavecchio. Il presidente della Figc si è ostinato a ridurre il numero delle squadre di Serie C ed è riuscito nel suo intento. Niente ripescaggio per la Vibonese e, cosa ancora più sorprendente, neppure per il Rende, che da tempo aveva provveduto a realizzare tutte le opere necessarie per rendere lo stadio adeguato ai parametri richiesti, reperendo i 300 mila euro a fondo perduto e depositando anche la fideiussione. Proprio su quest’ultimo punto, però, si sono spente le speranze del Rende, o meglio, le ha fatte spegnere un Consiglio federale nel quale ancora una volta si sono assunte delle decisioni francamente incomprensibili.

56 SQUADRE

Alla fine è stata ripescata solo la Triestina. Di conseguenza la Serie C è scesa da 60 a 56 squadre e sono stati formulati i gironi. Quello delle calabresi, il girone C, è formato dalle seguenti formazioni: Akragas, Bisceglie, Casertana, Catania, Catanzaro, Cosenza, Fidelis Andria, Juve Stabia, Lecce, Matera, Monopoli, Paganese, Racing Fondi, Reggina, Sicula Leonzio, Siracusa, Trapani, Virtus FrancaviIla. Un girone, quindi, a 18 squadre, con meccanismi di retrocessione ancora da capire.

LA LINEA TAVECCHIO

Il presidente della Figc ha vinto su quello della Serie C, Gravina, che aveva quale suo cavallo di battaglia un campionato a 60 squadre. Si resta con 56 formazioni, con buona pace di quelle società, come la Vibonese e il Rende, per esempio, che erano pronte ad un esborso economico non indifferente pur di partecipare al campionato.

INCOMPRENSIBILE

Nel momento in cui si è andati a decidere, il presidente Tavecchio ha avuto dalla sua sia la Lega Nazionale Dilettanti, sia (e la cosa è ancora più assurda) l’Associazione allenatori. Il presidente di quest’ultima associazione, Ulivieri, di fatto ha votato contro la Serie C a 60 squadre, con buona pace di quegli allenatori, suoi tesserati, che non troveranno squadra per la prossima stagione. Si perdono posti di lavoro, fra tecnici, preparatori atletici e dei portieri, dipendenti, calciatori (e difatti l’Associazione Calciatori ha abbandonato i lavori, manifestando il proprio sdegno). Ma per la Lega Nazionale Dilettanti e per l’Associazione Allenatori va bene così!

IL RENDE

Una problematica di carattere temporale nel presentare una seconda fideiussione, sarebbe costata al Rende la partecipazione al prossimo campionato di Serie C. Un caso singolare, soprattutto quando nella scorsa stagione è ormai noto che alcuni club, come il Messina, per esempio, hanno giocato senza fideiussione. Comprensibile l’amarezza del Rende, che però ha già annunciato di voler fare ricorso. Fatto sta che si sta lasciando fuori una società disposta a rispettare le regole ed a pagare tutto ciò che era dovuto.

LA VIBONESE

Era tutto pronto, in casa rossoblù, ma nulla da fare. Si resta in Serie D, dove i rossoblù potrebbero ritrovarsi in compagnia del Messina, club che nella passata stagione non ha assolto ad una lunga serie di adempimenti di carattere economico e burocratico, compresa la fideiussione, tali da “guadagnarsi” l’esclusione dal campionato. La Vibonese si ritrova in Serie D, pur essendo stata leale e virtuosa, anche a causa del Messina, che ha invece fatto il passo più lungo della gamba, senza aver provveduto a saldare i propri tesserati, tra le altre cose. Una società come la Vibonese, con i conti in regola e con tutti gli obblighi assunti per tempo, evidentemente non interessa. E qui apriamo l’ultimo capitolo di questo controverso Consiglio federale di oggi.

PROROGA

E’ stata consentita ai club di Serie C la possibilità di pagare gli stipendi di giugno non più entro il 21 agosto, bensì entro il 16 settembre. Una proroga inconcepibile, che favorisce i ritardatari e coloro i quali devono ancora saldare i propri tesserati. In pratica ci saranno delle società che inizieranno il campionato 2017/18 dovendo ancora saldare le spettanze della stagione precedente. Questo sì che è davvero un bell’incentivo a rispettare le regole, ad essere puntuali e virtuosi!

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