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Entrambe le squadre non al top della condizione. Roselli: «Sarà un terno al lotto». Spader: «Sono fiducioso»

COSENZA – L’attesa è finita e il derby avrà finalmente luogo sul prato del “Nicola Ceravolo” di Catanzaro. Circa 500 i tifosi rossoblù che prenderanno posto nella Curva Est. Attenzione, però, al comunicato emesso dalla Questura catanzarese: nel documento, infatti, i tifosi rossoblù vengono “invitati” a seguire le indicazioni dettate venerdì dal Prefetto del capoluogo Luisa Latella (ovvero il raggiungimento della città ospitante la partita soltanto per mezzo di autobus autorizzati, ndr), pena «sanzioni disciplinari […] che possono portare anche a Daspo».

QUI COSENZA. Qualche problema di formazione per Roselli: Tedeschi, Blondett e Madrigali sono tutti e tre al 50%. «Un incontro così alla prima giornata è un po’ una stranezza, credo sia stato fatto apposta perché, se notate, anche negli altri gironi ci sono tanti derby in queste prime settimane e sono partite che torneranno nel periodo natalizio: potrebbe essere stata una mossa per conferire maggiore maestosità alle due giornate di boxing day. Al di là di tutto, comunque, si tratta sempre della prima partita, anomala per definizione: sarà un terno al lotto. Il 4-2-3-1? Non è importante cosa si fa, bensì come si fa».

Qualche battuta, ovviamente, anche sul mercato: «Ci saranno quattro partite in più, è giusto avere una rosa più ampia rispetto allo scorso anno. In questi giorni potrebbero arrivare due giocatori, ne potrebbe arrivare uno o non ne potrebbe arrivare nessuno, non dipende soltanto dal Cosenza». E il Catanzaro? «Sappiamo che Patti sarà indisponibile in quanto squalificato; lì davanti sono quasi certo che giocheranno una prima punta e un brevilineo, non due numeri nove». La chiosa finale è sul prosieguo del campionato: «Non darò mai un pronostico per il piazzamento del Cosenza, non ne sono capace. Ci sono cinque squadre più forti di noi, se dovessimo uscire dai play off sarebbe un fallimento e se dovessimo vincere il campionato saremmo il nuovo Leicester».

QUI CATANZARO. Consapevole dell’importanza del match, è l’esordiente Giulio Spader, calato di punto in bianco e senza paracadute sulla panchina orfana di Erra: «Abbiamo preparato questa partita come il derby che effettivamente è. Abbiamo ricevuto la visita dei tifosi che ci hanno ricordato l’importanza del match, ma non c’è n’era neanche bisogno. I ragazzi sanno cosa significa questa gara. Il clima sarà caldo, ma a noi deve interessare la squadra avversaria che è una squadra esperta, che gioca insieme da tanti anni. Io comunque sono fiducioso dei ragazzi. Hanno lavorato tanto e probabilmente ha fatto anche bene lo scivolone contro il Roccella della scorsa domenica. Abbiamo riflettuto sugli errori commessi e sappiamo come non ripeterli».

Spader confida anche molto sulla spinta del pubblico di casa: «Al pubblico chiedo di sostenerci fino alla fine. Da tecnico del Catanzaro e da catanzarese sono fiducioso che le cose possano andare per il verso sperato». Il fatto che, in tale straregionale, il Catanzaro, sopratutto al Ceravolo, abbia precedenti favorevoli e il segno due, in campionato, sia uscito solo una volta oltre 60 anni addietro è un ulteriore motivo di tensione per il tecnico giallorosso, che però si mantiene sereno spiegando anche il perché della circostanza, alquanto singolare, che porterà a fare indossare la fascia di capitano proprio ad un ex cosentino come Di Bari: «La squadra è tutta nuova. I giocatori cambiano di anno in anno. E stata fatta una scelta. Lui ha esperienza e carisma e non trovo nulla di anormale nel fatto che sia il nostro capitano».

Sulle scelte iniziali, un paio sono i dubbi che verranno chiariti solo all’annuncio dello speaker: il primo riguarda la composizione della linea di mediana laddove, senza Carcione, al centro tra Roselli e Icardi dovrebbe prendere posto il recuperato Baccolo. L’altro dubbio è per la prima linea laddove Sarao e Tavares si contendono il posto di prima punta.

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