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CATANZARO – È un fiume in piena Giuseppe Cosentino. Dopo oltre due settimane dalla sconfitta contro il Benevento nei play off, l’azionista unico giallorosso rompe il silenzio che si era imposto e, rispondendo al Quotidiano, sfoga tutta la delusione e la rabbia per quella che lui ritiene essere una profonda ingiustizia: «Da tre anni, da quando ho la responsabilità del Catanzaro, ho solo fatto il bene di questa squadra e della città. Eppure, dopo la sconfitta nei play off per la quale ho sofferto da matti, mi trovo messo sul banco degli imputati perché non avrei speso quanto dovuto per vincere il campionato. Premesso che non era l’obiettivo con il quale era partita la stagione, mi sarei invece aspettato applausi, per me, per l’intera società e per il tecnico che, tutti insieme, abbiamo invece condotto una stagione eccezionale». 

Il riferimento di Cosentino è sopratutto ai mugugni della piazza, inevitabilmente delusa dall’esito finale del torneo. Ma il signor Gicos va oltre: «Sono venuto in questa città senza secondi fini e mettendo tantissimi soldi nella società. Eppure a differenza dei molti che mi hanno preceduto e che hanno fatto solo disastri, mi ritrovo praticamente lasciato solo con gli sponsor che hanno solo in parte mantenuto le premesse fatte all’inizio, con alcuni politici catanzaresi che mi remano contro perché non sono mai andato in processione da loro e con parte della tifoseria che critica senza alcuna ragione. 

A questo punto verrebbe da chiedersi cosa ci stia a fare io a Catanzaro». Cosentino, pur non facendo cifre, paragona quindi il Catanzaro ad altre realtà: «In campionato, grazie all’ottimo lavoro di Ortoli e Brevi, siamo arrivati prima di squadre che hanno speso il doppio o il triplo di noi e anche con chi ci ha preceduto ce la siamo sempre giocata alla grande. Eppure anche da parte della stampa ho letto solo critiche e mai apprezzamenti. Non sono e non sarò mai così avventato da mettere a repentaglio la mia azienda ma certo è che ho investito soldi nel Catanzaro e gli ho restituito una dignità come nessuno ha mai fatto nell’ultimo ventennio e questa cosa mi è riconosciuta da più parti tanto che ho avuto elogi e attestazioni di stima da molte società anche della massima serie. Ma non da Catanzaro e da gran parte dei suoi abitanti». 
Il presidente giallorosso, dopo l’annuncio di un addio quasi certo: «Le troppe critiche espresse hanno fatto letteralmente indignare anche Brevi che avrei voluto tenere con me ma che non credo vorrà ripetere un’esperienza come quella di questa stagione», fatica a tratteggiare il futuro nella nebbia di una rabbia che tarda a sbollire: «Stante così le cose mi chiedo con insistenza cosa mi spinge a restare in una città che dimostra di non apprezzarmi. Al momento non so davvero se iscriverò la squadra al prossimo campionato. Nell’ultimo periodo mi sono volutamente isolato dal mondo del calcio non rispondendo a nessuno. Ora, l’unica cosa che so è che se alla fine dovessi decidere di continuare lo farò con il direttore Ortoli al mio fianco. Una delle pochissime persone serie e leali che ho avuto modo di incontrare in questo mondo e la cui professionalità lo spingerà presto ad andare a lavorare per club di serie A. Di questo ne sono più che certo».
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