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CATANZARO – Dopo Marcello Lippi, Cesare Prandelli. E’ caduta ancora su un ct della Nazionale, la scelta di assegnare il premio “Nicola Ceravolo”, edizione numero cinque. Ancora un allenatore azzurro e ancora alla vigilia della partenza per il campionato del mondo. Una sorta di profezia quella di Maurizio Insardà, ideatore e organizzatore di una manifestazione che si avvicina, senza alcun timore reverenziale, ad appuntamenti nazionali del suo genere come il premio Prisco o il premio Bearzot. 

Squadra che vince non si cambia. Insardà gioca sul sicuro e ripropone gli stessi ospiti delle precedenti edizioni con Sabrina Gandolfi, giornalista Rai e conduttrice di Sabato Sprint, il direttore Italo Cucci e Marco Civoli, giornalista e voce memorabile degli Azzurri per la Rai (sua l’indimenticabile frase “È finita! Il cielo è azzurro sopra Berlino” in occasione della vittoria della Nazionale italiana ai mondiali del 2006). 

Sono passate da poco le 18 quando Insardà arriva all’Auditorium Casalinuovo con Cesare Prandelli. Con loro anche gli altri due premiati: Gianni Di Marzio, indimenticato allenatore del Catanzaro per due campionati e protagonista di una storica promozione in serie A, e Francesca, moglie di Carlo La Forza, l’ingegnere napoletano emigrato a Milano e tifoso del Catanzaro, morto prematuramente a soli 38 anni a giugno del 2013. «Sono venuto a Catanzaro – ha detto Prandelli – per ritirare un premio importante e prestigioso. Una considerazione, questa, confermata dai nomi di grandissimi tecnici e grandissime personalità del calcio chi mi hanno preceduto. E’ stato praticamente impossibile dire di no». 

Anche Prandelli, ricordando il suo esordio da calciatore proprio a Catanzaro, ha rimarcato come la lealtà e la correttezza sportiva siano stati i valori cardine del calcio così come lo concepiva il presidente Ceravolo. «Non erano pochi i calciatori che avevano un po’ di timore quando si doveva venire a giocare al Sud. A Catanzaro no. C’era un clima caldo, è vero, perché la tifoseria è stata sempre appassionata, ma sempre di grandissima correttezza sia in campo che fuori».
Davvero emozionante l’abbraccio del teatro a Gianni Di Marzio. «Sono tanti i ricordi che mi legano a Catanzaro. Due anni storici con una squadra eccezionale e un presidente indimenticabile». Ma la commozione, per Di Marzio, era dietro l’angolo. E’ bastato rivedere qualche filmato per far gonfiare gli occhi dell’ex tecnico. «Entusiasmo, passione e amore sono gli ingredienti per portare avanti una manifestazione come questa». 

Una sintesi perfetta quella di Maurizio Insardà che ha risposto ai complimenti di Sabrina Gandolfi. «Realizzare un premio di questo livello – ha commentato la giornalista – in un periodo dove tutto è mosso dagli interessi, vuol dire essere davvero capaci». Elogi che Insardà ha incassato anche da Italo Cucci. «Per portare qui Cesare (Prandelli, ndr) non c’è stato bisogno di corteggiarlo. Non ha fatto storie. Un modo di fare che deve essere da monito a quei personaggi che trasformano in idoli lontani protagonisti che credevamo diversi». 

Tutte mirate sulla Nazionale, le domande di Marco Civoli a Cesare Prandelli che ha rimarcato la necessità del codice etico: «Il codice etico che ci siamo dati è nato il primo giorno di raduno quattro anni fa ed è stato concordato con i giocatori, che si sono detti d’accordo a non convocare chi la domenica precedente si è reso protagonista di gesti violenti».Il ct non ha risposto però sull’eventuale esclusione di Destro dai prossimi test fisici della Nazionale dopo la squalifica subita. Poi haconfermato la presenza delle famiglie dei calciatori nel ritiro dei prossimi mondiali, naturalmente a spese proprie.

«Come me la sento per i Mondiali? Me la sento bene». Così, ridendo, il ct della nazionale ha raccontato sue sensazioni in vista del Brasile. «So – ha aggiunto – di avere un gruppo di ragazzi seri, con un grande amore per la maglia azzurra. Giocatori come Pirlo, Buffon, De Rossi, hanno sempre risposto in maniera straordinaria alla convocazione ed hanno trasmesso lo spirito giusto». Rispondendo poi ad una domanda di Marco Civoli che gli ricordava l’esperienza di Lippi che al Mondiale 2010 decise di non portarsi Balotelli e Cassano e «poi quando sono mancati Buffon e Pirlo è andata come è andata», Prandelli ha detto: «Sono come Marcello: se mi mancano Buffon e Pirlo, sono messo male».

Standing ovation, infine, per Francesca, moglie di Carlo La Forza, che ha ricevuto il premio dalle mani di Mariella Ceravolo. «Grazie alla famiglia Ceravolo, grazie agli amici e ai tifosi del Catanzaro che hanno condiviso la passione di Carlo e ci sono stati vicino nel dopo».

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