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REGGIO CALABRIA – Il presidente della Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali, Matteo Pellicone, è morto questa mattina a Roma dopo una lunga malattia. Nato a Reggio Calabria l’11 gennaio del 1935 si era laureato in Economia e Commercio ed esercitava l’attività di commercialista. Aveva praticato diversi sport fin da giovane per poi dedicarsi alla lotta greco-romana di cui era stato campione universitario. Nel 1961 dopo aver ricoperto incarichi a livello regionale, era stato eletto per la prima volta nel consiglio federale del settore lotta della FILPJ. Nel 1980 era entrato a far parte del Bureau della Federation International Lutte Amateur (FILA) di cui poi divenne vice-presidente confermato anche nell’ultima assemblea elettiva del 2010. 

Il 29 marzo 1981 era stato eletto presidente della Federazione Italiana Lotta Pesi Judo. Sotto la sua guida la Federazione, oltre ai numerosi successi ottenuti in competizioni olimpiche (2 ori 3 argenti, 6 bronzi nel Judo; 3 ori 1 argento nella Lotta, 1 oro nei Pesi) e internazionali, aveva avviato una serie di importanti modifiche strutturali e organizzative. E’ stato sotto la sua presidenza che ha preso corpo il progetto e poi la costruzione del centro tecnico federale di Ostia la struttura polisportiva divenuta la casa di tutte le discipline di combattimento. Confermato ad ogni rinnovo delle cariche federali aveva sempre avuto all’interno del suo mondo un vasto consenso e una rinnovata fiducia. Nella 38esima ed ultima assemblea elettiva della Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali il 9 dicembre 2012 aveva ottenuto il 98% delle preferenze.

Il 29 novembre scorso, a causa della sua malattia, aveva rassegnato le dimissioni dalla presidenza dalla Fijlkam. Fautore dell’ingresso delle gare femminili nel programma olimpico – le donne nel Judo sono entraste dal 1988 a Seul mentre le lottatrici hanno fatto il loro ingresso ad Atene nel 2004 – si è battuto fino all’ultimo e con successo per far rientrare la Lotta nel programma olimpico dopo la decisione della possibile sospensione presa dall’Esecutivo del Cio a Losanna il 12 febbraio 2013 poi modificata dalla Sessione a Buenos Aires l’8 settembre scorso. Per sua volontà, la Camera ardente verrà allestita al Centro Federale di Ostia.
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