X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

IN Calabria è stata una giornata nella quale le storie di calcio e quella di violenza si sono intrecciate. A pochi giorni dalla campagna in difesa dell’impianto sportivo di Gioiosa, dove ai ragazzi si insegna la legalità insieme ai palleggi (LEGGI), dagli stadi dilettantistici regionali rimbalzano notizie di botte e minacce per gli incontri di quello che viene definito “calcio minore”.

I fatti più gravi sono avvenuti nel Vibonese dove la partita tra Filogaso e Soriano, attesissimo derby del campionato di Promozione, è stato interrotta a causa della rissa che si è scatenata sugli spalti. Erano almeno 500 le persone accorse per assistere a una sfida che, finché si è giocato, ha offerto spunti di emozione sportiva. Poi, però, alla mezz’ora del secondo tempo, il parapiglia, i disordini che hanno provocato una lunga sospensione del match (quasi un’ora) prima che l’arbitro Sportelli di Lamezia Terme, alle 17 in punto, fischiasse la fine. La cronaca racconta di una fase del match nervosa ma gli animi si scaldano quando i tifosi del Soriano si avvicinano alla rete di protezione per protestare. La tensione è alta, Mazza del Filogaso dialoga con Nesci chiedendo di far calmare i tifosi sorianesi. Mazza e Giurlanda, capitano del Soriano, vengono ammoniti dopo un battibecco. Tutto nasce però dall’intervento del vicepresidente del Filogaso, nonché sindaco del comune, Antonio Barba, il quale invita i tifosi del Soriano a non rovinare la rete di protezione. Da lì nasce la rissa, con un petardo scoppiato e con Sportelli che sospende il match chiedendo l’arrivo dei carabinieri, non pervenuti. Barba, nelle vesti di primo cittadino di Filogaso, ha dichiarato: «Noi del Filogaso non possiamo pagare per le intemperanze dei tifosi del Soriano. Sarebbe inconcepibile. Davanti a questa ipotesi sono pronto a ritirare la squadra dal campionato». 

E sempre nello stesso campionato, si è vissuto un pomeriggio di tensione anche a Delianuova, in provincia di Reggio Calabria. La partita tra Deliese e Benerstarnatilese non si è disputata perché la squadra ospite si è rifiutata di scendere in campo. I dirigenti hanno infatti presentato una riserva scritta all’arbitro affermando che non esistevano le condizioni di sicurezza per giocare la gara. Il direttore di gara ha atteso i 45 minuti previsti dal regolamento, poi ha mandato tutti a casa. Nel frattempo i carabinieri che erano presenti allo stadio, avvertiti che la squadra ospite denunciava pericolo di tumulti, hanno chiesto rinforzi. Ma non è bastato a tranquillizzare la Benestarnatilese che si è comunque rifiutata di giocare. I controlli comunque sono avvenuti e tra i tifosi di casa è stato individuato un soggetto sottoposto in passato a un provvedimento di Daspo, che è stato quindi allontanato dallo stadio.

Hanno collaborato Francesco Iannello e Michele Albanese

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE