CATANZARO – Ci sono cinque nuovi indagati nell’inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro relativa al fallimento dell’Fc Catanzaro, società calcistica dichiarata fallita nel febbraio del 2011, che ha già coinvolto tredici ex giocatori indagati per tentata truffa e formazione di credito simulato. Si tratta di quattro avvocati e un docente universitario, accusati di favoreggiamento, in qualità di componenti dei collegi arbitrali che si sono pronunciati nei due arbitrati di settembre e dicembre al termine dei quali la nuova società che guida il Catanzaro Calcio è stata condannata a pagare quanto richiesto da alcuni ex giocatori dell’Fc oggi indagati, a titolo di credito da lavoro come differenza tra quanto ricevuto all’epoca della chiusura della vecchia società e le somme risultanti da contratti integrativi stipulati quando la stagione 2009-2010 era già in corso.
L’ipotesi accusatoria della Procura della Repubblica di Catanzaro è proprio che quei contratti integrativi siano stati “fraudolentemente stipulati e simulati”, quando l’Fc già versava in una situazione economica critica, ed in base a questo il legale della società che oggi guida la squadra, l’avvocato Sabrina Rondinelli, aveva sollecitato in entrambi i casi i collegi arbitrali a sospendere il lodo in attesa di conoscere l’esito dell’inchiesta penale, nell’ambito della quale il magistrato titolare, Domenico Guarascio, ha proceduto oltre tutto al sequestro, poi regolarmente convalidato, delle somme che il Catanzaro calcio ha dovuto sborsare per decisione dei collegi stessi. Questi ultimi, però, in entrambi i casi hanno rigettato la richiesta di sospensione, condannando il Catanzaro a pagare ai giocatori indagati, ed oggi sono sospettati di “concorso in favoreggiamento” poichè, secondo il pm titolare dell’inchiesta della Guardia di finanza, avrebbero “garantito il profitto frutto del reato”.
Lo stesso legale della società di Giuseppe Cosentino, per parte sua, a gennaio aveva denunciato i professionisti componenti dei collegi arbitrali, evidenziando alcune presunte irregolarità, come “lo scambio di bigliettini tra il giudice arbitro e l’avvocato, oppure il darsi appuntamenti tra arbitri e l’avvocato di controparte”, oltre, ovviamente, al diniego di sospendere il lodo nonostante lo stato avanzato dell’inchiesta penale che, se risultasse confermata in sede giudiziaria, attesterebbe che i soldi sborsati a favore dei giocatori indagati sarebbero il frutto di accordi fraudolenti e fittizi. Nei confronti dei cinque nuovi indagati la Procura di Catanzaro ha delegato alle indagini i colleghi di Firenze, luogo dove sono stati portati a compimento i due giudizi arbitrali.