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C’ERA attesa per le decisioni in merito alla partita di sabato scorso 4 maggio 2013 Cav Gallico-Kamarina Vittoria, valevole come gara dell’ultima giornata del campionato di serie B2 femminile e vinta dalle reggine. Un successo che ha dato la salvezza al Cav Gallico ma che ha lasciato strascichi polemici per quanto accaduto durante la partita e fedelmente riportato dal nostro giornale ma duramente contestato dalla società reggina.
La decisione presa ieri dal Giudice unico federale l’avvoccato Massimo Pettinelli con gli avvocati Marco Stefano Marzano, Sebastiano Guarnaschelli, Fulvia Finotti e Margherita Giacoppo; i dottori Alessandro Guarnaschelli e Marco Rossini: la segretaria signora Lorella Di Giacomo, non lascia spazio a interpretazioni diverse. Di seguito le motivazioni complete sulla partita. “Esaminati gli atti ufficiali di gara; rilevato che nel corso del 3°set approfittando di un black-out che oscurava il terreno di gioco, alcuni facinorosi della società Gallico entravano in campo e uno di essi aggrediva il direttore di gara strattonandolo e colpendolo alle spalle; nel contempo proferiva frasi minacciose al suo indirizzo in caso di esito sfavorevole della gara. Identico comportamento intimidatorio veniva assunto nei confronti del vice allenatore del Kamarina Vittoria che subiva atti violenti sulla persona. Quanto accaduto determinava la sospensione della gara per dodici minuti. Rilevato altresì che durante tale sospensione altri tesserati venivano minacciati dalla medesima tifoseria del Gallico approfittando del caos dovuta alla mancanza dell’energia elettrica. Atteso che l’esame degli atti e la dinamica degli avvenimenti dettagliatamente descritti dal direttore di gara inducono a ritenere che l’accaduto non sia stato del tutto accidentale ma probabilmente preordinato; che tale sospetto è stato evidenziato dal direttore di gara; che l’incontro si è comunque svolto regolarmente per come dichiarato dall’arbitro. Per questi motivi delibera di infliggere alla società Gallico la sanzione della multa di 3.000,00 euro».
Una sentenza all’italiana, che di fatto legittima comportamenti che poco hanno a che vedere con lo sport. Se è vero che “l’accaduto non sia stato del tutto accidentale ma probabilmente preordinato”, significa che per soli 3.000,00 euro di multa conviene intimidire arbitri e avversari per raggiungere l’obiettivo. Probabilmente il costo è di molto inferiore per chi decidesse di “comprare” la partita stessa.
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