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Sono citati centinaia di volte i nomi dei due calciatori calabresi Giuseppe Sculli e Alessandro Pellicori nell’ordinanza dell’operazione “Last Bet” che ha sconvolto il mondo del calcio, portando all’arresto di 19 persone. Proprio il cosentino Pellicori è tra coloro che sono finiti in manette – lo ha arrestato la Squadra Mobile di Cosenza – mentre Sculli risulta solo indagato, anche se sul suo carico pesa l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva.
Riferendosi al calciatore proveniente dalla Locride, il giudice rileva «significativi elementi per affermare che Sculli, nell’imminenza della partita Lazio-Genoa nel maggio 2011, abbia svolto il ruolo di “raccoglitore” di una notevole somma di denaro per alimentare la combine ed è significativo che egli abbia poi preso parte all’incontro di Milano del 16 maggio che ha visto presenti tutti partecipanti, italiani e stranieri, alla manipolazione».
Tuttavia il giudice aggiunge nell’ordinanza: «In attesa quindi di ulteriori sviluppi, appare consigliabile in questa fase non accogliere la richiesta di applicazione della misura cautelare avanzata nei confronti di Giuseppe Sculli».
Discorso diverso per Alessandro Pellicori, gli elementi a suo carico sono costituiti sia dal contenuto delle intercettazioni croate, sia dalle dichiarazioni del calciatore Carlo Gervasoni e del croato Vinko Saka. Quest’ultimo, nell’interrogatorio del 12 aprile scorso, ha confermato che era proprio Pellicori il calciatore al quale l’organizzazione faceva riferimento quando nelle conversazioni si usava il nomignolo “spica”, che in croato significa appunto “attaccante”.
Secondo il giudice, Pellicori «partecipava alla manipolazione delle seguenti partite, sponsorizzate dagli “zingari”, manifestando una costante disponibilità in funzione degli interessi del sodalizio: BRESCIA-MANTOVA del 2.4.2010, con riferimento alla quale riceveva unitamente a Carlo Gervasoni la somma complessiva di 60.000 euro; CITTADELLA- MANTOVA del 24.4.2010, partita “fatta” con Gervasoni e Fissore, ricevendo complessivamente 15.000 euro; EMPOLI-MANTOVA, unitamente a Gervasoni e Fissore ai quali Gegic, dopo la partita, consegnò circa 90.000 euro complessivi. Trasferitosi al TORINO, in occasione dell’incontro SIENA-TORINO del 7.5.2011, contattava Gervasoni, chiedendogli di concludere con Gegic un accordo per un over con pareggio, risultato che sarebbe servito ad entrambe le squadre – richiesta che non venne accolta da Gegic per la modestia delle quote. L’incontro si concludeva comunque con l’over proposto».
Riferendosi in particolare a quest’ultima partita, il giudice sottolinea: «Nel caso di Siena Torino la costante tendenza del calciatore Pellicori Alessandro a ricercare spasmodicamente il contatto con Gervasoni (noto a tutti come l’anello di collegamento con il gruppo degli zingari) per pianificare l’alterazione di incontri di calcio che lo vedono impegnato come diretto protagonista. Anche in tal caso egli si accredita con l’ ex compagno come “referente” di altri colleghi di squadra (….Penso che Pellicori fosse d’accordo tantomeno con qualcuno dei suoi compagni..) per fornire garanzie circa il risultato concordato e per proporre la combine al gruppo di Gegic, il quale, come di consueto, avrebbe finanziato la scommessa sul mercato asiatico, pagando, nel contempo, il prezzo della corruzione ai calciatori coinvolti».
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