X
<
>

Patrick Djivas e Franz Di Cioccio, volti storici della Pfm

Share
2 minuti per la lettura

Patrick Djivas, volto storico della Pfm, in occasione della tappa catanzarese del tour della band valuta l’idea di trasferirsi in Calabria


Pfm, Premiata Forneria Marconi, la band prog più famosa al mondo. Il loro stile è inconfondibile, la loro musica spazia tra diversi generi e negli anni hanno girato in lungo e in largo riscuotendo grande successo in tutto il mondo. Eppure, qualcuno della band, pensa di trasferirsi in Calabria quando smetterà, «fra 50 anni», di suonare. Si tratta di Patrick Djivas, uno dei volti storici della Pfm che abbiamo raggiunto assieme a Franz Di Cioccio per un’intervista (LEGGI QUI) in occasione della tournée che sta attraversando l’Italia, “Pfm canta De Andrè Anniversary” e che domani (4 aprile) farà tappa al Teatro Politeama di Catanzaro.

Si parlava dei loro concerti, sempre un momento creativo tra la Pfm e il pubblico. E perciò anche a Catanzaro, domani, si prospetta uno spettacolo diverso da tutti gli altri. «È sempre così – ha detto Patrick Djivas – . Basti pensare che noi sul palco non abbiamo mai usato i computer. Questo per essere liberi di suonare, di improvvisare, di modificare in tempo reale. Cosa che il computer non può fare. Il piccolo mistero della Pfm è questo: è libera».

Per una band che ha girato il mondo con la propria musica, era inevitabile chiedere se il ritorno in Calabria fosse piacevole. «La Calabria è un posto molto particolare, per la sua bellezza, per la gente, il clima, tutto quello che c’è» dice Patrick Djivas, che aggiunge: «Dico una cosa: quando avremmo finito di suonare con la Pfm, tra una 50ina d’anni, io quasi quasi andrei a vivere in Calabria. È un posto completo, con tante cose. Ho molti amici calabresi, persone con un grande cuore che hanno tutte le qualità che ognuno dovrebbe avere. Non lo dico così per dire, ma ci penso sul serio. La Calabria è da tenere in considerazione».

Franz Di Cioccio non prende invece in considerazione il trasferimento in Calabria ma concorda comunque con il suo collega: «Quello calabrese è un pubblico che ti accoglie. Sono incuriositi, vogliono capire di noi e noi di loro. Abbiamo sempre trovato un bellissimo clima. La Calabria è un posto che bisogna attraversare almeno una volta l’anno».

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE