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Luigi Strangis

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«Ognuno di noi deve essere libero di poter esprimere al meglio sé stesso, la sua indole e i suoi sogni e poterli perseguire senza l’ingabbiamento degli stereotipi». Con queste parole il cantautore di Lamezia Terme, vincitore dell’ultima edizione di Amici, Luigi Strangis ha lanciato il suo nuovo album di inediti “Voglio la gonna”. Lo abbiamo raggiunto per farci raccontare di questo progetto discografico, del suo rapporto con la libertà e con l’amore e non solo.

“Voglio la gonna” è ufficialmente di tutti. Come e quando è nato?
«I brani sono nati in mezzo al tour e a tutto il movimento che c’è stato. E forse proprio questo mi ha spinto a dare tanta energia al disco, si sente quello che stavo vivendo in quel momento. Nasce in questi mesi in cui comunque l’ispirazione era tanta, vivevo ogni giorno in posti diversi, cose diverse, persone diverse e questo mi ha portato a voler dire qualcosa».

È un disco che sostanzialmente parla di libertà. Lei si sente libero?
«Si, e penso parta tutto dalla propria testa. Mi sento libero, ovviamente nei limiti e nel rispetto altrui. Ma sono libero di fare ciò che voglio, di ascoltare quello che voglio, di vestirmi come voglio e di lavorare come voglio».
Ha iniziato a scrivere musica da giovanissimo. C’è qualche traccia in questo nuovo album che Luigi Strangis si porta dietro da tanto tempo?
«C’è una traccia che mi porto dietro da un po’ più tempo che è “Tracce di te”, sembra un gioco di parole (ride; ndr), che ho iniziato a scrivere all’interno della casetta di Amici. È una storia molto personale, l’unico pezzo scritto solo da me».

Il disco è stato anticipato dal singolo “Stai bene su tutto”. Ci racconta di questa canzone?
«È nato tutto dal riff di chitarra con cui si apre il brano. Da lì si è sviluppato questo pezzo glam rock, a mio parere molto divertente e leggero all’ascolto. Non saprei spiegare il testo, molte volte le canzoni nascono per caso, improvvisando e non saprei spiegare quale meccanismo si crea che porta alla nascita di una canzone».
Non a caso, c’eravamo lasciati nella scorsa intervista con l’immagine di lei che a fine concerto, in una stanza d’hotel, iniziava a comporre con gli occhiali da sole a tarda notte. È ancora così?
«Esatto, e credo che sarà sempre così. Ad oggi però scrivo anche di giorno, non solo di notte (ride; ndr)».

La copertina di "Voglio la gonna", il nuovo album di Luigi Strangis
La copertina di “Voglio la gonna”, il nuovo album di Luigi Strangis

Ci aveva anche raccontato che un artista che le sarebbe piaciuto conoscere e magari collaborare era Brunori Sas, peraltro suo conterraneo. Di recente ha avuto modo di incontrarlo. Com’è stato?
«Ci siamo fatti una foto insieme (ride; ndr). Ho scoperto una persona pacatissima, incredibile e un pozzo di cultura. Purtroppo non abbiamo avuto molto tempo per parlare ma è stato bello. Quando l’ho visto sono rimasto senza parole ed è stato lui che mi ha riconosciuto. Questa cosa mi ha piacevolmente destabilizzato».
Cosa vi siete detti?
«Abbiamo parlato un po’ in generale e mi ha detto “grazie che diffondi il verbo”. Io ero come un bambino in quel momento».

Tornando al disco, ci sono molte canzoni che parlano d’amore. Che rapporto ha con questo sentimento?
«Anche in quel caso, un po’ come quando scrivo, non so mai spiegare cos’è. Intanto sono single, te lo dico. Non sono lì a cercare l’amore, quando arriva, arriva».
L’amore è però una parte preponderante della sua vita, si sente in quasi tutte le sue canzoni.
«È cosi preponderante, talmente importante che non posso rovinarla e quindi non ne vado alla ricerca. Lo so che sembra paradossale».

È reduce da un’importante tournée estiva che ha fatto tappa anche nella sua città, Lamezia Terme. Adesso sono previsti due live altrettanto importanti…
«16 novembre all’Alcatraz di Milano e il 20 novembre all’Atlantico di Roma»
Come si sente?
«Molto bene! Ci sarà tutto il disco nuovo, tutto suonato, molto rock. Io farei una vita di soli live».

Partirà poi con gli instore ma sarà anche nelle sale cinematografiche con “Il talento di Mr Crocodile” al cui protagonista ha prestato la voce. Com’è stato?
«È particolare cercare di dare la voce ad un personaggio inanimato solo tramite una canzone. È stato divertente e piacevole. Ed è strano rivedersi come un coccodrillo».
Si rivede nel coccodrillo Lyle?
«Abbiamo tante cose in comune, una fra tante il sorriso, sempre col sorriso sulle labbra».

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