Un momento della conferenza stampa a Milano
3 minuti per la letturaIl disco è stato registrato nella casa padronale di una vecchia masseria del 1100
ROMA – A tre anni di distanza da “Vol.3 – Il cammino di Santiago in taxi”, che lo ha consacrato come uno dei migliori narratori della sua generazione, Brunori Sas torna con il quarto album di inediti, in uscita a gennaio 2017 per la sua Picicca Dischi, dal titolo “A casa tutto bene”, disponibile nei negozi e su tutte le piattaforme digitali.
“L’idea di mettere la casa nel titolo – spiega il cantautore cosentino- mi è venuta alla fine quando ho capito che il filo conduttore del disco era un persona che si rifugia un pò in casa, spaventata da tutto quello che succede fuori, ma allo stesso tempo sente la necessità di uscire di casa, di affrontare questo mondo, in cui proprio anche l’idea della casa ritorna spesso anche per creare paura: frasi come “a casa nostra”, “a casa loro”, “rimandiamoli a casa” ricorrono spesso… Poi mi sembrava utile come metafora per rappresentare tutto quello che ci rende sicuri, che ci fa stare tranquilli e che invece se vogliamo avere una vita piena dobbiamo abbandonare per affrontare il mondo”.
Il disco (registrato nella casa padronale di una vecchia masseria del 1100 e prodotto artisticamente da Taketo Gohara) è musicalmente “più complesso e stratificato”, e si muove metaforicamente sulla tratta aerea Lamezia-Milano, quella che Brunori ha percorso spesso durante la stesura dei brani. Il mood “risente dell’influsso più ancestrale e sanguigno dei ritmi della Calabria, così come dei suoni più freddi e sintetici della metropoli: è proprio l’attrito tra i suoni antichi e moderni che mi piace di questo disco. Rappresenta un pò anche la mia condizione, con un piedino nel passato, nelle radici, nel paesello, e con un altro cerca di vivere nella contemporaneità e ne è attratto. Un dialogo che è presente in tutto il disco”.
Largo quindi alla mandole del ‘700 mischiate ai sintetizzatori, e alle tessiture orchestrali che si fondono con i loop e le drum machine. Il risultato è un quadro sonoro di grande coralità, in costante equilibrio tra due mondi apparentemente vicini ma molto lontani. “Scrivere eleganti ballate sentimentali o ironici ritratti popolari, in questo momento storico, mi sembrava troppo comodo e forse poco onesto”, dice Brunori. Il racconto, rispetto al passato, attenua così il piglio ironico e i filtri poetici e si fa più sobrio e diretto. Le narrazioni sono spesso in forma di dialogo o composte da espressioni prese in prestito dalla rabbia omofoba dei social, dai locali dei Navigli o dai pub della provincia, dai tassisti romani, dalle vecchiette in sala d’attesa o dalle discussioni alle cene coi parenti. I temi ricorrenti sono quelli dello spaesamento della generazione di mezzo, cresciuta con i grandi valori dei nonni e destinata a cercare una sua dimensione in assenza di riferimenti.
Canzoni che hanno a che fare con la necessità di affrontare le paure quotidiane e con la naturale e pericolosa tendenza dell’uomo contemporaneo a cercare riparo nella comfort zone casalinga, che spesso gli fa ignorare quello che accade fuori. Un disco “con poche risposte e tante domande”, sottolinea Brunori.
Dal 30 gennaio inizierà una serie di incontri con gli studenti degli atenei italiani dal titolo “All’università tutto bene”. Il 30 gennaio Brunori sarà appunto all’Università di Siena, l’1 febbraio all’Università di Cassino, il 2 febbraio all’Università di Ancona, il 3 febbraio all’Università di Camerino, il 6 febbraio all’Università di Cosenza e il 14 marzo all’Università di Padova. Il 24 febbraio invece, partirà da Udine “A casa tutto bene Tour” nei club e nei teatri di tutta Italia. Uno spettacolo che porterà sul palco il nuovo impianto sonoro di questo nuovo disco, senza però tralasciare i brani storici del cantautore. “Non sarà facile rendere le sonorità del disco, così stratificate, ma come sempre ci affideremo da un alto all’energia che ci viene dalle persone presenti e dall’altro ad un allestimento che questa volta vorrei fosse davvero spettacolare”, promette.
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