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La rock band calabrese tutta al femminile presenta il nuovo singolo dedicato al neo procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri
QUATTRO NOMI e un unico cuore che batte rock: Elena, Alessandra, Paola e Angela, al secolo “Le Rivoltelle”. E’ appena uscito “Io non mi inchino” il loro nuovo singolo in radio e disponibile in digital download e su tutte le piattaforme streaming. Testo e musica di Gaccione e Palermo, arrangiamenti Pirazzoli e Comunale.
Ad accompagnare il singolo “Io non mi inchino”, anche un videoclip (GUARDA).
Il concept è stato creato dalla regista Livia Alcade Patanè. La cifra stilistica del lavoro è rappresentata dalla scelta del bianco e nero retrò e da una ispirazione vintage.
Come nasce “Io non mi inchino” e cosa racconta?
«“Io non mi inchino” nasce dalla volontà di raccontare il Sud con gli occhi disincantati di chi il Sud lo vive e subisce sulla propria pelle. Fonte inesauribile di ispirazione per la stesura del testo sono stati i libri e l’esperienza di Nicola Gratteri, nuovo procuratore a Catanzaro ed è a lui che idealmente è dedicato questo brano. Le immagini evocative suggerite rimandano alle processioni religiose della provincia calabrese dove è in uso l’abitudine di inchinare la statua portata in processione nei pressi della casa dei mafiosi del luogo. Da questo episodio si sviluppa un testo che denuncia non solo il fatto in se ma piuttosto l’atteggiamento remissivo e indolente di chi non ha la forza e il coraggio di ribellarsi».
Che tipo di risposta vi aspettate da questo lavoro?
«La speranza è che questo brano riesca a coinvolgere chiunque senta dentro di sè l’esigenza di non accettare passivamente lo stato di cose presenti».
Nel video il punto focale è lo sguardo dei bambini, attori protagonisti assieme alla band. Perché lo sguardo dei bambini?
«Abbiamo scelto i bambini e i loro sguardi innocenti perché il messaggio fosse ancora più forte e potente. La simulazione di atteggiamenti mafiosi e la riproposizione da parte dei bambini di alcuni comportamenti tipicamente malavitosi risulta autentica e molto toccante. La speranza è che i bambini possano con la loro purezza primordiale salvarci dall’orrore e dalle brutture della mafia».
Qual è la Calabria de “Le Rivoltelle”?
«La Calabria delle Rivoltelle è una Calabria che vive, lotta e sogna. È croce e delizia delle nostre vite. È una Calabria che vuole rinascere attraverso le energie tutte positive di chi in questa terra ci crede e decide di restare». Cosa vuol dire essere una rock band tutta al femminile? «Significa portare in un gruppo quattro anime differenti che si fondono in una. Il femminile è l’elemento che ci appartiene e che viene prima di qualsiasi altra cosa. Da sempre lottiamo contro ogni forma di pregiudizio di genere e contro ogni stereotipo sessista. La nostra produzione nella persona di Mimmo Cristiani e Daniela Tripodi, hanno da sempre creduto in noi e abbracciato totalmente le nostre idee».
Del resto solida ed ampia è la formazione musicale di Elena, Alessandra, Paola ed Angela che si raccontano in chiave rock e ribelle ed hanno all’attivo centinaia di concerti live in tutta Italia e non solo. La band è stata ospite di trasmissioni televisive tra cui “Do Re Ciak Gulp” di Vincenzo Mollica e “Di Che Talento Sei?” format di Rai Uno condotto da Maurizio Costanzo. Nel maggio 2011 hanno esordito con il disco “Donne Italiane” e lo stesso anno hanno partecipato al Musicultura festival di Macerata. Anche Piero Chiambretti si accorge di loro e le invita in studio come ospiti del programma radiofonico Chiambretti Ore 10, in onda su Rai Radio Due.
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