Il promoter Ruggero Pegna
3 minuti per la letturaCATANZARO – Non usa mezzi termini il promoter Ruggero Pegna nel commentare l’avviso pubblico di selezione per l’attribuzione del Marchio regionale Grandi Eventi Calabresi bandito lo scorso mese di luglio dalla Regione Calabria e che prevede anche la concessione di un sostegno economico.
Pegna parla di “farsa dai toni grotteschi e, se non ci fossero di mezzo lavoro e sacrifici di anni, perfino esilaranti”.
Dopo una prima iniziale esclusione, e a seguito di accesso agli atti, il festival Fatti di Musica è stato ammesso ma, lamenta Pegna, “non può ricevere il contributo perché hanno finito i fondi”.
Pegna attacca: “La storia di questo bando è a dire poco allucinante, a cominciare dal ritardo nella graduatoria, che doveva arrivare entro fine agosto dello scorso anno, come previsto dallo stesso Avviso, ma che è arrivata lo scorso 1 aprile ed ancora non è definitiva, a causa del ricorso di quasi tutti i partecipanti per varie e diverse ragioni. E’ sorprendente, altresì, il silenzio del presidente facente funzione e di tutti gli assessori, compreso il Capitano Ultimo, che avrebbe dovuto suggellare il corretto operato di questa amministrazione. Invece tutti silenti di fronte ai continui appelli rivolti dalle principali associazioni di categoria e dai principali promoter”.
Per Pegna “la gestione opaca è emersa fin da subito: dal non ritenere Grandi Eventi quelli effettuati in Stadi o Palasport, per proseguire con l’annullamento a settembre della prima graduatoria per irregolarità mai spiegate, passando dalla sostituzione della Commissione e della Responsabile del procedimento, fino all’arrivo di un nuovo Direttore Generale del dipartimento e alla nomina di una nuova commissione composta da esperti in protezione civile, dissesti idrogeolici e sismici, problematiche ambientali ed ecologiche, piste ciclabili e robe del genere”.
Il risultato è stato, sempre a dire di Pegna “una prima graduatoria, del tutto imbarazzante per gli esperti del settore e, mi risulta, anche per i funzionari dello stesso Assessorato alla Cultura”.
C’è poi il giallo sulla documentazione presentata: a seguito del ricorso presentato dall’avvocato Tiziano Lio, sarebbe emerso che “non è stata nemmeno esaminata e/o, quanto meno, compresa. Non si trattava, infatti, di un’esclusione per giudizi di merito, ma per la presunta mancanza di documentazione, tutta realmente inoltrata e, peraltro, riferita a precedenti edizioni già vincitrici dell’analogo bando regionale, con documentazione regolarmente esaminata e approvata dall’Assessorato ogni anno”.
Pegna punta l’indice su una “ormai certificata carenza di competenza e di un minimo di attenzione, ratificata anche da questa riammissione, che inficia completamente la credibilità della stessa graduatoria, priva di qualsiasi criterio oggettivo, basata sul giudizio di figure manifestamente incompetenti in materia, che hanno attribuito punti in modo discrezionale e arbitrario, in contrasto con la realtà del settore e la storia stessa dei Festival storicizzati, già valutata e decretata dagli stessi bandi degli anni precedenti. Per non parlare della richiesta ai soggetti ammessi di confermare di avere effettuato il Festival entro lo scorso 31 dicembre, tanto comica quanto illegittima, in quanto la certezza del contributo di 300mila euro, pari per molti progetti al 70% dei costi dei Festival, era condizione assolutamente indispensabile, soprattutto per la limitazione delle capienze causa Covid”.
“Auspico – è la conclusione di Pegna – che questo possa rimanere solo un episodio di mala amministrazione da dimenticare. Resto però convinto che si debba però sgomberare il campo da qualsiasi gestione superficiale e approssimativa di un comparto fondamentale per la Calabria e i calabresi”.
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