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Un momento delle riprese

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LUOGHI suggestivi dalla bellezza mistica e volti scelti con meticolosa attenzione per raccontare tutta la potenza del pensiero e della vita di Gioacchino da Fiore, sono tra gli ingredienti che il regista Jordan River ha scelto per il suo film “Il monaco che vinse l’Apocalisse” prodotto dalla Delta Star Pictures, sostenuto dal Ministero della Cultura e dalla Calabria Film Commission.

Il primo film che ha la finalità di restituire non solo la vita del monaco, dell’abate, del fondatore della congregazione dei florensi, ma di far conoscere la complessità e la bellezza del percorso di uno dei pensatori più influenti del medioevo, che il sommo poeta Dante Alighieri riconosce come «di spirito profetico dotato», quando parla di lui nel XII canto del Paradiso inserendolo tra i sapienti, di colui che tra l’altro «fu anche un esegeta biblico, un riformatore monastico e, soprattutto, un visionario».

«Si dovrà avere la sensazione di aver fatto un viaggio al fianco di un uomo semplice – ha spiegato il regista, in un’intervista che ha preceduto l’avvio delle riprese – che quasi per mano ci ha guidati a vivere la vita e l’amore tra gli esseri viventi».

Il film è ancora in fase di lavorazione e può vantare la collaborazione di grandi professionisti a cominciare dall’attore australiano-britannico Bill Hutchens, arrivato proprio in questo periodo a Cosenza dall’Inghilterra per rivestire i panni, come ha spiegato il regista, «di un curioso cabalista ebreo, a confine tra sogno e realtà, che Gioacchino da Fiore incontra durante la lunga attraversata del deserto per raggiungere Gerusalemme, la Città Santa».

L’attore Bill Hutchens

Anche per quanto riguarda i reparti tecnici il regista, che in Italia è stato tra i pionieri del cinema 3D, potrà contare sulla cooperazione di validi professionisti come: lo scenografo Davide De Stefano, che ha lavorato in diversi film tra cui “I cavalieri che fecero l’impresa” di Pupi Avati, o ancora il truccatore Vittorio Sodano (nomination Oscar per “Apocalypto” di Mel Gibson e per “Il Divo” di Sorrentino, vincitore di 2 David di Donatello), il quale in qualità di Makeup Supervisor e Special effects Designer ha sviluppato i primi studi circa la fisiognomica degli attori coinvolti, che durante la lavorazione del film subiranno un trucco di invecchiamento.

Il film sarà in lavorazione fino a luglio per le riprese estive, poi a fine anno per scene invernali che interesseranno altre location. Sebbene sia stata necessaria la ricostruzione in 3D di alcuni luoghi che il tempo ha modificato, rendendoli inadatti al periodo storico del film, diversi sono stati i luoghi calabresi scelti dalla produzione tra i quali: «il Castello di Oriolo (tra i borghi più belli d’Italia) e lo splendido castello federiciano di Roseto Capo Spulico, così come il canyon di Civita, le cosiddette piccole ‘dolomiti’ di Frascineto, il fiume di San Sosti nel Parco Nazionale del Pollino nonché il cuore di Cosenza, che vedrà la Cattedrale come scenario cinematografico; si proseguirà poi con tappa ai Calanchi di Cutro, alle grotte di Pietrapaola e di Zungri, ovviamente non potevano mancare San Giovanni in Fiore e la bellezza della natura de I Giganti della Sila».

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