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SIDERNO – «Sono orgoglioso di mio figlio, anzi noi genitori siamo orgogliosi dei nostri figli, comunque finirà hanno già vinto». Ha una voce soddisfatta e piena di calore quella di Antonio Costanzo, il padre di Giuseppe, in arte “Shark”, sa che indipendentemente da come andrà a finire “Italia’s got talent” il duo “Shark and Groove” ha già vinto. Giuseppe Costanzo, 21 anni, e Antonio Callà, 19 anni sono due ragazzi della Locride, il primo è di Siderno, il secondo di Mammola, ma non è questo che conta, non è la loro radice geografica a renderli bravi e speciali. Bravi perché hanno talento, hanno passione e hanno qualità, speciali perché hanno un handicap, ma questo non ha impedito loro di gestire con normalità ed entusiasmo la loro passione per la musica. Sono arrivati alla finale di “Italia’s got talent” rappando brani di cui hanno scritto musica e testi, e chi li ha sentiti sa che c’è tanta roba nella loro musica. 

«Eravamo increduli di vederli in finale – dice il padre di Giuseppe al telefono – ma se lo meritano, hanno lavorato sodo». Girando per le vie di Siderno in molti aspettano con ansia la finale, è un po’ una finale di tutta la Locride, da Mammola a Roccella Jonica c’è attesa. «Staremo davanti alla tv e faremo il tifo per i nostri ragazzi – dice un signore sulla sessantina in un bar di Siderno – è la Calabria ad essere in finale». Il campanilismo, quello sano, quello che svagatamente sa di rivalsa sociale, di salvificazione per un popolo intero c’è, si sente. Passo a pochi metri dal lungomare uno dei luoghi simbolo di Siderno, e un ragazzo, poco più che adolescente a cui chiedo se vedrà gli “Shark and Groove” in televisione chiarisce: «Non è che li guardo, li voto, li votiamo tutti». 

I tam tam rimbalzano anche tra Mammola e Roccella Jonica, un comprensorio unito farà un tifo spietato. Ma non solo la Locride prova interesse e affetto per Giuseppe e Antonio: «La tv è un mezzo potente – dice il padre di uno dei ragazzi – la guardano tutti, poi c’è “You Tube”, in Canada conoscono gli “Shark and Groove”, e li conoscono anche in Australia, è incredibile. Pensa che anche qui a Milano ci hanno fermato per strada per farci i complimenti, gente che non conoscevamo». Il fenomeno è quasi virale, per la Locride, e in fondo un poco per la Calabria è come una specie di finale di Champions League dello spettacolo. Amici e parenti dei due ragazzi vedranno la finale in gruppi organizzati, uniti, fiduciosi, e in fondo tutti noi guarderemo la trasmissione di Sky con più interesse e partecipazione. E’ difficile, ma possibile. Quando chiudo la telefonata con il papà di “Shark” nel fargli un grosso “in bocca al lupo” gli ripeto la frase che all’inizio mi aveva detto che “comunque andrà a finire Giuseppe e Antonio hanno già vinto”. La sua risposta è chiara e diretta: «Bhè dai, adesso che siamo arrivati fino a qui…..».

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