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CATANZARO – Un film per raccontare un fenomeno, quello dei dj, che è esploso con la nascita delle radio private ed oggi è diventato un mestiere ricco di sfaccettature sociali. E per spiegare al meglio il fenomeno cosa c’è meglio che la storia di due dei dj radiofonici che hanno contribuito a definire il ‘mestiere’ in Italia, Federico L’olandese Volante e Awanagana. Queste sono le guide ideali di Onde road, il film di Massimo Ivan Falsetta, nelle sale dal 26 marzo in 15 copie con Distribuzione Indipendente, che in un mix fra documentario on the road, fantascienza e tanta musica dei Rockets, rievoca la stagione tra gli anni ’70 e ’80 delle radio libere. 

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Un racconto che ha come epicentro la Calabria, prima regione del sud dove le radio libere, spiega il regista, iniziarono a diffondersi. «Anche se – precisa in conferenza stampa Falsetta – non volevo fare un film ‘calabresè. Le radio libere ci sono state in tutta Italia. Solo che chi ha iniziato quell’avventura in Calabria, ha fatto un passo che in altre regioni era oggettivamente più facile». 

Proprio in questi giorni si festeggiano i 40 anni delle radio libere: «Il 10 marzo 1975 è nata la prima a Milano, Radio Milano International, diventata Radio 101. Le fonti di ispirazione per chi iniziava erano Radio Lussemburgo e Radio Montecarlo, dove sono entrato nel 1972, e programmi sulle radio Rai come Alto Gradimento e Supersonic», spiega Federico L’olandese volante (nome d’arte dell’olandese naturalizzato italiano Friedrick Van Stegeren). Secondo il dj, il film di Falsetta evoca molto bene quegli anni: «Era un periodo di grande entusiasmo. Si era arrivati, nella sola Lombardia a un picco massimo di 3500 emittenti. Poi dagli anni ’80 i grandi network si sono appropriati di tutte le frequenze, e si è persa quella libertà». 

Falsetta si è lanciato nel progetto partecipando a un bando della Regione Calabria che finanziava progetti inerenti alle radio libere: «Lo spunto iniziale del documentario è andato ampliandosi e sono arrivato a una struttura che proprio come quelle emittenti, è nata con spontaneità, poche risorse, creatività. Volevo che il film portasse l’ascolto di una radio sul grande schermo». La storia prende il via in un futuro non troppo lontano, dove Awanagana, supportato da una misteriosa speaker (Francesca Zavettieri), nascosta in Calabria, blocca tutte le emittenti inondando l’etere di trasmissioni degli anni ’70 e ’80. 

Federico l’Olandese Volante, diventato capo della censura futuribile, invia l’agente Barbara Bi (Barbara Cambrea) in Calabria, a scovare i responsabili, che presumibilmente si nascondono tra le ex stelle delle radio libere. Un viaggio tra testimonianze di dj e emittenti del passato, da Dj Phantom a Frank Teti, da Radio Gamma a Radio Elle, che regala all’agente Bi anche stranissimi incontri come quello con l’alieno ‘argentatò Fabrice Quagliotti, leader della band dei Rockets (la cui musica punteggia tutto il film, tanto che i fan della band saranno fra i protagonisti nelle anteprime in programma a Roma e Milano, ndr). L’idea di ambientare la storia nel futuro «viene dalla paura che blocchino certe libertà – dice il regista -. Chi ci dice che come la legge Mammì ha bloccato di fatto le radio libere, qualcosa del genere non venga creato anche per internet?».

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