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COSENZA – Goldrake, i Puffi, i Simpson, Pollon. Sono solo alcuni dei cartoni animati che da decenni affascinano grandi e piccini e che possono vantare una “voce” calabrese. Fabrizio Mazzotta, 50 anni appena compiuti, originario di Laureana di Borrello in provincia di Reggio, ha alle spalle una vita da doppiatore.
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Oltre a doppiare e a recitare, Mazzotta, è fumettista, direttore di doppiaggio di telefilm e film tv ed è uno dei maggiori adattatori per quanto riguarda l’animazione giapponese. Il neo pensionato («ho versato contributi per più di quarant’anni» ci spiega), sulle scene sin da bambino è da pochi giorni “tornato” sul grande schermo, curando i dialoghi italiani del film Capitan Harlock, in programmazione in tutta Italia dal primo gennaio. Un ragazzo di Calabria, ma nato a Monza, che grazie alla sua professionalità e alla sua particolare voce fa sognare milioni di bambini e appassionati. «Purtroppo non torno spesso in Calabria, nonostante sia una regione bellissima da visitare con una natura che mi affascina. Sto diventando pigro. L’ultima volta risale a molti anni fa, venni in Calabria assieme a mio padre, nativo di Laureana di Borrello. Ma ho anche diversi familiari, mia sorella e alcuni zii e cugini abitano a Vibo Valentia». Il piccolo Mizar di Goldrake, Eros di Pollon, Tontolone della serie dei Puffi, sono solo alcune delle “voci” interpretate da Mazzotta.
Come hai iniziato questa carriera e a quanti anni, visto che sei già in pensione?
«Ho iniziato con il lavoro di attore a quattro anni. Fu un caso, ovviamente. Ero in spiaggia a chiacchierare con un aiuto-regista che notata la mia spigliatezza consigliò a mia madre di portarmi in Rai, a via Teulada, dove erano in corso dei provini per uno spot americano. Vinsi il provino e da lì è iniziata la mia carriera nel mondo dello spettacolo, che dura da più di quarant’anni. Tant’è che, per l’appunto, ho già maturato i contributi e gli anni per la pensione».
Ma il baby pensionato a fermarsi non ci pensa affatto. Del resto la passioni per i cartoni viene da lontano. E regge agli anni. Qual è il cartone animato preferito?
«Mi piacevano e continuano a piacere i cartoni animati con i “robottoni”. Tra i tanti mi piaceva parecchio Jeeg Robot d’acciaio. Ma su tutti vincono i classici cartoni della Warner con Bugs Bunny e Silvestro e sopratutti i personaggi di Hanna & Barbera come Braccobaldo, Lupo De Lupis, Yoghi o i Flintstones».
Lavorativamente parlando, invece, qual è la voce a cui sei più affezionato?
«Ce ne sono diverse. Direi il Puffo Tontolone perché da piccolo leggevo le avventure a fumetti dei Puffi e ritrovarmi, anni dopo, a doverli doppiare fu una grande gioia. Ma ricordo con grande affetto anche Eros in “Pollon combina guai” e Krusty il clown de ”I Simpson” al quale do la voce da ben venticinque anni».
L’ultimo lavoro già “fruibile”, la cura dei dialoghi per il film Capitan Harlock. In cosa è consistito il tuo lavoro?
«Oltre a essere doppiatore e direttore di doppiaggio sono anche adattatore. Ovverosia scrivo i dialoghi di un film o di una serie tv, partendo dalla traduzione, e devo metterli a “sinc”, in modo che la lunghezza delle parole italiane corrisponda con la lunghezza delle parole in originale. Sostanzialmente non c’è e non deve esserci nessuno stravolgimento del senso della frase. Può risultare un concetto più lungo o più corto ma il senso deve essere mantenuto. Dopo “Capitan Harlock” ho anche adattato il film “Dragonball Z- La battaglia degli Dei”, un film a cartoni animati che vedremo al cinema a febbraio. Di questo film ho anche curato la direzione del doppiaggio».
Un consiglio a chi, magari dalla Calabria, volesse intraprendere questo tipo di mestiere?
«Per questa professione è fondamentale saper recitare, essere dei bravi attori. Consiglio sempre di iscriversi a un corso di dizione per eliminare eventuali difetti di pronuncia, poi fare un corso di recitazione per imparare i segreti del mestiere ed eventualmente un corso di doppiaggio per capirne i meccanismi specifici. Dopodiché inizia la lunghissima gavetta fatta di provini, attese e tanta pazienza. Non è facile ma ogni professione esige del rigore». Rigore, abnegazione e testardaggine, dunque, caratteristiche che, col sangue calabrese nelle vene, a Mazzotta non mancano e che ne hanno fatto uno dei più interessanti doppiatori e adattatori italiani.
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