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COSENZA – Sarà Emir Kusturica la star internazionale ospite della serata finale del “Festival Cinematografico della Calabria” ultima giornata de “La Primavera del Cinema Italiano”. Il regista bosniaco dell’indimenticabile “Arizona Dream” sarà lo special guest della kermesse. Uno degli interpreti più ispirati del cinema contemporaneo. Una grande stella, tra i suoi successi più recenti il documentario dedicato alla figura mitica del campione mondiale Maradona. Il regista Kusturica sarà ospite dell’ultima serata del cartellone, oggi al Cinema Aroldo Tieri, alle 20.30. Un incontro che ripercorrerà la brillante carriera del celebre regista, ma anche un importante momento di confronto sul futuro del cinema mediterraneo.
Emir Kusturica nato a Sarajevo, in una piccola famiglia musulmana della borghesia bosniaca, mostra da subito un’attitudine per il mondo dello spettacolo e in particolar modo per il cinema. È ancora un liceale, infatti, quando gira due cortometraggi. L’amore per la macchina da presa è così forte che, finalmente diplomato, decide di iscriversi alla prestigiosa FAMU di Praga, all’interno della quale completerà i suoi studi nel 1978 . La sua popolarità cresce e arriva fino in America. E in particolare, a sentire parlare di lui, è il grandissimo Milos Forman che lo invita a trasferirsi qualche mese negli Usa per tenere una serie di lezioni al Dipartimento di Cinema della Columbia University. Arriva lì per insegnare, ma finisce per dirigere quello che sarà il suo primo film americano: Arizona Dream (1992), con i già citati Faye Dunaway e Johnny Depp, ma anche Jerry Lewis. Il film otterrà l’Orso d’Argento speciale datogli dalla giuria al Festival di Berlino. Nel 1995, arriva il suo capolavoro: il visionario Underground! Dirigendo i suoi due attori prediletti Manojlovic e Stimac, mette in cantiere un film fantastico che racconta di come due delinquenti riuscirono a convincere il loro clan a rifugiarsi in un sotterraneo, dopo il primo raid tedesco su Belgrado nel 1941. Il problema è che fecero credere a quella gente – per anni – che la guerra non fosse mai finita, sfruttandoli così nella costruzione di armi per il mercato nero, mentre loro si arricchivano nel mondo “di sopra”. Insomma, un sogno in un incubo, la tragedia nella commedia musicale tzigana, che si costruisce, mattone per mattone, di riti collettivi e nostalgie. Si aggiudica la Palma d’Oro, ma anche il premio Lanterna Magica, il Leoncino d’Oro e il Leone d’Argento come miglior regista. Nel 1998 vince il Premio speciale per la regia – Leone d’Argento a Venezia con il film Gatto nero, gatto bianco, una commedia oltraggiosa e farsesca ambientata in un accampamento gitano sulla riva del Danubio. Vincitore del Nastro d’Argento europeo, dal 2003, aumenta le sue partecipazioni ai film come attore, per esempio, recita con Nick Nolte, Saïd Taghmaoui, e Tchéky Karyo ne Triplo gioco di Neil Jordan, ma si presta anche come curatore delle musiche di Prendimi e portami via (2003), pellicola di Tonino Zangardi con Valeria Golino, Rodolfo Laganà e Nino Frassica. L’anno successivo, impazza di nuovo a Cannes con La vita è un miracolo, che vince il César come miglior film dell’Unione Europea.
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