L'incidente per i lavori sul lungomare di Crotone
3 minuti per la letturaNEL 2018 il 3,8% dei lavoratori ha subito un incidente su lavoro. Si tratta di circa 641mila lavoratori. L’84,6% degli incidenti si sono verificati durante l’attività lavorativa, mentre il 15,4% si è verificato nel tragitto casa-lavoro. Rispetto al 2017 si registra un aumento di 5.828 denunce di infortuni (+0,9%) e un aumento ancora più consistente di decessi (+10,1%), soprattutto per gli eventi plurimi registrati nel mese di agosto. Dati negativi in Calabria e, in generale, al Sud Italia, con Crotone che fa registrare il più alto tasso di incidenti mortali negli ultimi due anni, mentre Vibo Valentia è al quinto posto.
I morti sono stati 1.133 (786 in occasione di lavoro), per cui ogni 1.000 infortuni 1,8 hanno comportato la morte del lavoratore. Lo rileva l’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro che ha analizzato gli open data Inail in occasione della Giornata Mondiale per la Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro, che ricorre il 28 aprile. Gli incidenti sul lavoro nel 2018 sono aumentati rispetto al periodo precedente dello 0,9% a fronte di un aumento degli occupati tale da rendere l’incidenza degli infortuni pari a quella del 2017.
L’aumento è dovuto principalmente all’incremento degli incidenti negli spostamenti casa-lavoro (+2,8% rispetto al 2017) e in particolar modo quando si utilizzano mezzi di trasporto (+5,4%). Fortemente aumentati gli incidenti che coinvolgono cittadini di origine straniera (+6,7% rispetto al 2017) e giovani (+5%).
Analizzando l’incidenza degli infortuni mortali in occasione di lavoro negli ultimi due anni si distinguono in negativo 6 province del Sud Italia, che risultano outlier (cioè con valori nettamente superiori alla media del 3,96‰).
Si tratta, nell’ordine, di: Crotone, che fa registrare il più alto tasso di incidenti mortali negli ultimi due anni (6,3 ogni mille), Isernia (5,9‰), Campobasso (4,7‰), Caserta (4,4‰), Vibo Valentia (4,1‰) e Matera (4‰). Le province più virtuose si trovano prevalentemente nel Nord Italia, ma fra queste troviamo anche 2 province del Sud. Dopo Biella (con 0 casi di incidenti mortali negli ultimi due anni) guidano la classifica delle province più virtuose BAT e Oristano con lo 0,4‰, seguite da Lecco, Trieste, Bolzano e Como con lo 0,5‰, Cremona, Reggio-Emilia e Lucca con lo 0,7‰.
Fra le metropoli, Napoli è al 19° posto con 2,68 incidenti mortali ogni mille, seguita da Genova (1,79‰), Roma (1,66‰), Palermo (1,59‰) e Torino (1,5‰), mentre Bologna (1,2‰) e Milano (0,88‰) sono ampiamente al di sotto della media nazionale. Nel 2018 si distinguono in negativo 9 province per l’incidenza dei tumori sul totale delle malattie professionali, nel 70% dei casi provocati dall’amianto. Di queste, 7 si trovano nel Nord Italia (in testa fra esse Gorizia, seguita da Torino, Novara e Milano). La medaglia nera per il numero assoluto di tumori determinati da malattie professionali spetta a Taranto, seguita da Torino, Napoli, Milano, Genova e Venezia.
Analizzando i settori correlati alle cause tumorali, il 71% dei lavoratori del settore metalmeccanico sono più esposti al rischio di contrarre un tumore durante l’attività lavorativa. A Taranto, ad esempio, il 70% dei tumori denunciati è correlato al settore metalmeccanico, quota che supera l’80% per le province di Genova (83%), Venezia (87%), Brescia (85%) e Gorizia (93%).
Fra le prime 10 province analizzate, l’incidenza dei tumori, contratti dai lavoratori del macro settore chimico, petrolchimico e lavorazioni di gomma e plastica, supera il 20% nelle province di Torino (24%) e Milano (22%).
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