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Luigi Lombardi Satriani

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NELLA sua indagine scientifica Luigi Lombardi Satriani, scomparso ieri (LEGGI LA NOTIZIA) non trascurò la ‘ndrangheta, la mafia calabrese. Ne capiva mentalità e capacità di adattarsi alla criminalità economica. Avvertiva però di indagarla con pazienza.

L’antropologia non è frettolosa; ha bisogno dell’ascolto e della ricerca e non può essere piegata alla velocità tanto di moda oggi. Lombardi Satriani ricordava Sciascia quando ammoniva su coloro che si arrogano il fatto di essere la vera antimafia: “piedistallo su cui si poggia chi ha bisogno della mafia per fare demagogia”.

Lombardi Satriani conosceva bene la ‘ndrangheta. Se ne trova florida traccia in un libro del 1978. Il giornalista Antonio Spinosa sullo sconosciuto fenomeno nazionale intervista l’antropologo, lo storico Lucio Villari e Giacomo Mancini. Tre calabresi. Lombardi Satriani ricorderà la circostanza nel 1995 al tribunale di Palmi, come testimone della difesa di Giacomo Mancini accusato per mafia.

Un pezzo di teatro il confronto tra l’antropologo Lombardi Satriani e l’inquisitore Boemi su Mancini mafioso. Stamattina a Portigliola, piccolo borgo della Locride, gran parte delle donne del paese con megafono e striscioni hanno protestato davanti al municipio. Il governo ha sciolto il Consiglio comunale per mafia a pochi giorni dal voto comunale.

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Le donne colte e capaci nel linguaggio della protesta sostengono che il sindaco uscente Rocco Luglio non è un mafioso ma un amministratore disinteressato che ha favorito un’economia della cultura a Portigliola. Che la nuova antropologia indaghi con pazienza quello che accade a Portigliola e in Calabria.

Non si intruppi a priori nella demagogia dell’antimafia. Sarebbe questo il miglior omaggio al metodo e alla cultura di Luigi Lombardi Satriani.

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