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Il faro di Punta Stilo

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CATANZARO – Alla ventiduesima giornata di navigazione lo scrittore Alberto Luca Recchi, esploratore del mare, scrive sul diario di bordo: «24 maggio 1999, ore 12,45. Stiamo navigando da ieri pomeriggio, abbiamo lasciato Taranto in direzione Stretto di Messina. Si vede Capo Spartivento, punta estrema della Calabria, lontano all’orizzonte. Come il bar dello Sport e l’hotel Miramonti, Capo Spartivento non è un nome originale. Esiste un Capo Spartivento in Puglia, uno in Calabria, uno in Sardegna e chissà quanti altri sparsi per l’Italia».

Originale no ma speciale sì, e per tanti motivi. Innanzi tutto la leggenda: Capo Spartivento anticamente si chiamava “Heracleum Promontorium”, un nome che rimanda al mito di Ercole che si riposò su quel poggio dalle sue fatiche, quindi punto finale, della penisola italiana, che fu percorso dai navigatori greci, cartaginesi e romani e che oggi rimane un crocevia importante nel centro del Mediterraneo. Capo Spartivento cuore della Bovesìa, l’area grecanica dove una minoranza parla ancora il greco antico nei borghi che risalgono i primi contrafforti dell’Aspromonte.

Capo Spartivento luogo anche della memoria per il soggiorno di Cesare Pavese che, nella residenza di Brancaleone (a un tiro di schioppo) durante il confino fascista, elaborò alcune delle opere più belle della sua produzione. Dunque, un sito di una bellezza ancora incontaminata dove è possibile vedere le lucciole che, come disse Pasolini, «questa civiltà ha fatto scomparire».

Oggi si occupa di fari, fari calabresi, Emilio Errigo, reggino, generale in riserva della Guardia di Finanza, docente universitario e attuale Commissario straordinario di Arpa Calabria. Si tratta di un viaggio mnemonico, costa-costa, in cui vengono commentati i fari calabresi. Questo l’incipit del suo racconto: «Avete mai osservato la luce potente e penetrane di uno dei tanti storici fari che illuminano il mare azzurro della Calabria? Se ancora non lo avete fatto e la curiosità incalza nei vostri pensieri, allora non tardate e una di queste serate, meglio se in compagnia, andate sulle coste che v’indicherò e osservate il fascio e fascino di luce che si proietta sul mare della Calabria, la potente forza illuminante a beneficio dei naviganti e della sicurezza della navigazione marittima.

I fari storici, situati nei siti più idonei della lunga fascia costiera marittima in Calabria, sono ben undici, uno più affascinante dell’altro, tutti da osservare di notte e visitare di giorno contattando il re della Luce sul Mare: “Il Guardiano del Faro”. Potete farlo per il tramite del Comune costiero nel quale insistono queste undici creature umane, gioielli architettonici, vere meraviglie, bellezze storiche, paesaggistiche e artistiche presenti non solo lungo gli affascinanti 800 chilometri di paesaggi costieri della Calabria. Il navigante nel mare Mediterraneo, che sia imbarcato a bordo di navi battenti bandiera italiana o estera e che per motivi di navigazione commerciale, turistica, crocieristica, diportistica, da pesca, poco importa, intenda fare rotta di avvicinamento alle acque sempre più blu dello Jonio, attraversare il mare dello Stretto di Messina con vista ravvicinata delle bellezze costiere della Calabria e Sicilia per poi proseguire la navigazione nel mar Tirreno, vedrà per prima cosa la luce potente e attraente dei tanti fari costieri marittimi della Calabria.

La luce dei fari non è fissa e l’intenso bagliore luminoso è inconfondibile, sia perché visibile alle grandi distanze misurate in miglia marine (1 miglio marino è pari a 1852 metri lineari), sia perché fa un giro continuo sul punto fisso della costa di 360 gradi, durante le ore notturne per 365 giorni dell’anno, con il bello e cattivo tempo e a prescindere delle buone o avverse condizioni meteo marine. Scopriamo più da vicino i luoghi dove esistono questi gioielli architettonici e storici […]». I fari in Italia sono di proprietà demaniale e sono gestiti dalla Marina Militare dagli inizi del secolo scorso (1911), ma è in atto una progressiva smilitarizzazione e dismissione.

Si prevede la loro cessazione nel 2030, sostituiti dal Gps da parte delle navi e imbarcazioni, che comunque non garantisce la sempiterna copertura perché ci possono essere zone d’ombra.

I fari calabresi

Faro di Paola, in  provincia di Cosenza; Faro di Capo Suvero, provincia di Catanzaro; Faro di Capo Vaticano, in provincia di Vibo Valentia; Faro di Scilla, provincia di Reggio Calabria; Faro di Punta Pezzo, provincia di Reggio Calabria; Faro di Capo d’Armi, provincia di Reggio Calabria; Faro di Capo Spartivento, provincia di Reggio Calabria; Faro di Punta Stilo, provincia di Reggio Calabria; Faro di Capo Rizzuto, provincia di Crotone; Faro di Capo Colonna, provincia di Crotone; Faro di Punta Alice, provincia di Crotone; Faro di Capo Trionto, provincia di Cosenza.

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