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Come parla la Generazione Z? Un glossario a volte ostico per le vecchie generazioni ma che diventa indispensabile per chi frequenta i social
OGNI generazione ha avuto il suo slang. Ma quello della Gen Z, ossia la generazione dei nati tra il 1997 e il 2012, ha dei caratteri peculiari. È fitto di espressioni – spesso oscure – ed è decisamente poco local: la generazione Z parla la stessa lingua, da Palermo a Udine. Complici i social, che di molte espressioni sono stata ‘culla’ e di tutte veicolo privilegiato di diffusione, e la più o meno diffusa derivazione anglofona di parole e modi di dire della lingua della Gen Z.
Chi frequenta i social – e ci riferiamo in questo caso a Instagram e TikTok – in molte di queste espressioni si è per forza imbattuto, anche se non è della Gen Z. E se non le si comprende, la figura da boomer, ahinoi, è servita (ma tranquilli, capita anche ai supereroi: potete chiedere a Wolverine). Ecco allora un agile dizionario, sottoposto alla scrupolosa revisione di due giovanissimi esponenti della Gen Z.
A di Amo: Abbreviativo di amore, ma il suo campo di azione non si limita al nostro interesse amoroso (sorry, crush: si veda più avanti). La Gen Z la usa per tutto: migliori amici, compagni di scuola, familiari etc… Si trova spesso nella formula ‘amo noi’, ovvero ‘siamo proprio noi’
B di Bestie: Abbreviativo informale di best friend, ovvero migliore amico (o amica).
Ma anche di Blastare (deridere, zittire: il blastato è chi è stato sconfitto, e pure male, in una discussione) oppure di Brat, new entry dell’estate 2024 tra i trend di TikTok. Letteralmente ‘brat’ significa ragazzaccia (o ragazzaccio, ma è usato perlopiù al femminile), nel senso di ragazza anticonformista, emancipata, impertinente, diretta, anche sfacciata. A ispirare il filone di meme il nuovo disco della cantante pop britannica Charli XCX, dal titolo, appunto, ‘Brat’. E sulla scia appunto dei meme diventati presto virali, la tendenza per l’estate 2024 è stata quella della ‘brat summer’, un’estate libera, all’insegna del divertimento (e del colore verde acido, quello della copertina di Charli XCX). Brat è anche Kamala Harris, la candidata dem alla presidenza Usa. ‘Kamala is brat’ è il post lanciato su X dalla popstar britannica per sostenere la corsa di Harris.
C di Cringe: Imbarazzante. La zia che condivide sul suo profilo Instagram il ‘buongiornissimo kaffè’
Ma anche di Chillare (rilassarsi), Crush (cotta), Cap (bugia: quando uno sta cappando vuol dire che sta mentendo. Occhio se ricevete un biglietto da vostro figlio con su scritto ‘adoro i vestiti che mi regali, CAP’)
D di Dissing: dissare qualcuno significa litigarci pesantemente, fino a insultarlo.
D di Demure: altra new entry dell’estate 2024, un po’ la nemesi della ‘brat summer’. Diventato virale ad agosto – quasi a riequilibrare gli eccessi, appunto, della ‘brat summer’ – il trend ‘very demure, very mindful’ identifica uno stile riservato, discreto, responsabile. A lanciarlo la tiktoker Jools Lebron, che ha riesumato da un inglese un po’ desueto il termine ‘demure’ (modesto, dimesso, pudico), con una serie di video dal tono perlopiù parodistico: il primo ha conquistato oltre 30 milioni di visualizzazioni. Da lì in poi l’espressione ha spopolato tra le star di Hollywood e i creator. Anche Netflix ci ha ricordato che la ‘very demure girl’ ante litteram è stata Rory Gilmore, o almeno così la vedeva nonna Emily. E il presidente Biden, nell’annunciare dal profilo social della Casa Bianca di aver cancellato il debito studentesco per quasi 5 milioni di americani, ha definito l’atto very mindful, very demure.
Ma D pure di Drippare (da ‘to drip’, gocciolare, in questo caso ‘grondare di stile, essere stiloso’) o di Droppare (‘to drop’ significa far cadere, nel gergo della Gen Z è usato nel senso di pubblicare: il cantante droppa l’ultimo singolo, io droppo una foto su Instagram)
E di Era: nel senso, proprio, di arco temporale. Utilizzato in espressioni del tipo ‘in my pink era’, ovvero sono nella stagione in cui mi vesto di rosa, ho tutto rosa.
F di Flexare: ovvero ostentare, mostrare, esibire
G di Ghostare: interrompere una relazione senza alcuna spiegazione, semplicemente scomparendo, ignorando messaggi o telefonate
H di Hype: aspettativa (es. creare hype attorno a un film)
I di Ick: qualcosa che ci disgusta
M di Manifesting/manifestare: spopola su TikTok e rimanda alla legge dell’attrazione e del pensiero positivo. ‘Manifesting’ è una pratica che si basa sull’idea che è possibile trasformare i propri desideri in realtà con la forza del pensiero. Manifestare, in questo contesto, significa quindi focalizzare pensieri ed energie sull’oggetto del proprio desiderio, visualizzarlo, perché si realizzi.
O anche di Mio padre, mio nonno, mio fratello, mia madre: l’espressione è stata resa virale da un meme di TikTok e lanciata su Twitch dal seguitissimo streamer Giovanni Ballerini, in arte Volpescu (se non lo sapete ancora, TikTok e Twitch sono, rispettivamente, il social e la piattaforma di livestreaming preferiti dalla Gen Z). Riferita a un personaggio famoso (calciatore, cantante, attore) significa stimarlo e ammirarlo al punto da considerarlo un familiare. Non vi è mai capitato di leggere, ad esempio, Osimhen è mio padre?
N di No cap: cap lo abbiamo spiegato, significa bugia. No cap, come si può immaginare, è il contrario. ‘Adoro il tuo taglio di capelli, no cap’. Ovvero, sono sincero.
O di Ok, boomer (diminutivo di baby boomer, tecnicamente i nati negli anni del boom economico, tra il ’46 e il ’64, ma termine usato per indicare chi è fuori moda e non al passo con i tempi): l’espressione è usata per liquidare un commento o anche l’attitudine di qualcuno considerato fuori dal tempo.
P di Pieno o piena (anche nella versione pienah e piena rasa): significa averne abbastanza di una certa situazione o di determinate persone. E di Pov ovvero point of view: punto di vista, espressione che si trova soprattutto nei meme. Se vi trovate davanti un’immagine o un video, spesso una scena iconica di un film o una serie, accompagnato da pov, quello che segue è di solito la descrizione di quello che state vedendo. Una descrizione ironica, ergo dovreste ridere. Altrimenti, nove su dieci, non l’avete capita.
R di Red Flag: è un campanello d’allarme, indica un comportamento sospetto o potenzialmente tossico di una persona che hai conosciuto o stai frequentando.
S di Shippare: abbreviazione di relationship, significa vedere bene insieme due persone, immaginare possano essere una coppia.
Ma anche di Snitchare: fare la spia (da ‘to snitch’)
T di Triggerare: se qualcosa per te è triggerante, significa che ti scatena una reazione di rabbia, di paura o disgusto, perché capace di richiamare un’esperienza traumatica (‘trigger’ in inglese è il grilletto). Vi sarà capitato forse di trovare l’espressione ‘trigger warning’ (TW) accanto a un contenuto (ad esempio un romanzo che parla di abusi): è un alert che può invitarti a ‘skippare’ (saltare) quel contenuto se hai vissuto traumi simili o se ne hai un forte paura.
(con la collaborazione di Gabriele e Cesare Zingone)
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