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La valorizzazione della filiera del castagno nazionale dovrà partire dalla
Campania, e non potrebbe essere altrimenti. Questa regione del nostro
territorio, infatti, è famosa non solo per la produzione di prodotti di
eccellenza, per la quale può essere considerata tra le prima in Italia, ma
anche per la qualità dei castagneti e dei loro frutti, che in questa area
trovano un clima e un terreno particolarmente idonei alla coltivazione. Pur
essendo escluso dalle coltivazioni ammissibili all’aiuto secondo la
normativa comunitaria, il castagno rappresenta, infatti, una delle
produzioni più tipiche e tradizionali della frutta in guscio e svolge un
ruolo fondamentale di tutela dell’ambiente e di salvaguardia territoriale
delle regioni interessate. E’ questo un patrimonio da tutelale mediante un
presidio vigile e constante, quindi un’attività di manutenzione del
territorio attraverso il rilancio dell’agricoltura con particolare
riferimento alla castanicoltura. Il Castagno e la castanicoltura divengono
per le zone interessate della nostra regione,in un certo senso, la sintesi
di queste connotazioni ed esigenze della montagna è rappresentano, oggi,
una nuova realtà in forte crescita e con una rinnovata vitalità. Ciò è
dovuto ad una maggiore sensibilità ed ad un continuo interesse, della
società, sia alla cultura ed enogastronomia legata ai prodotti tipici che
ad un continuo aumento dell’eco-turismo e quindi all’esigenza di ambienti
naturali accoglienti ed attrezzati. Il castagno diventa cosi, un componente
fondamentale del reddito in un territorio capace di valorizzarlo
adeguatamente, è’ questo il giusto punto di vista al fine di raggiungere un
potenziamento nella commercializzazione del prodotto che per raggiungere un
incremento della commercializzazione occorre partire da azioni che mirino
alla tutela dei produttori. Cosi è intervenuto il Rappresentante della
Consulta Nazionale dell’Agricoltura e Agroalimentare, Rosario Lopa.
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