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ALTI tassi di abbandono scolastico e preparazione sotto la media: ecco la fotografia della scuola al Sud scattata dal Censis, in occasione della presentazione del progetto «Abbadono scolastico e bullismo: quali rischi fra i giovani», finanziato dal Ministero dell’Interno nell’ambito del progetto Pon Sicurezza a Napoli. In Italia l’11,9% degli iscritti al primo anno delle scuole superiori abbandona gli studi. E rispetto alla media nazionale, è proprio al meridione che si registrano gli indici più sconfortanti. La Calabria è al terzo posto in questa graduatoria negativa ma particolarmente critica viene considerata anche la situazione regionale rispetto ai livelli di competenze. 

FUGA AL PRIMO ANNO – In Campania, il tasso di abbandono all’impatto con le superiori è del 13,8%, in Sicilia del 14,6%,in Calabria del 6,6%. In Campania il 35,2% dei giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni non studia e non lavora, e va a gonfiare le fila dei disoccupati di lunga durata, costituendo così una facile preda per l’arruolamento da parte della criminalità organizzata. Se si guarda all’intero quinquennio, in Italia si ha una media del 26% di studenti che non arrivano alla maturità, con punte massime del 30,7% negli istituti tecnici.

Il valore riferito al Mezzogiorno nell’insieme è nella media, con il 27% di abbandoni alle scuole superiori, ma si registrano situazioni più critiche in Campania (29,9%) e Sicilia (30,7%), dove si va delineando uno stato di vera e propria emergenza educativa. Secondo il Censis, questo è l’esito di percorsi scolastici accidentati, fatti di conflitti tra insegnanti e studenti, bocciature ripetute, entrate e uscite dai cicli formativi, che spesso cominciano sin dai primi anni di scuola, ma si manifestano in maniera più evidente durante le superiori. E questo nonostante i miglioramenti degli indici di dispersione scolastica registrati negli ultimi anni, resta ancora molto da fare.

RITARDI NELLE COMPETENZE – Dall’indagine Ocse-Pisa emerge anche un ritardo nelle competenze di base possedute dai quindicenni italiani che si fa più grave per i ragazzi meridionali. In Italia il 21% dei quindicenni ha competenze solo minime nella lettura (ma al Sud il dato sale al 25,2% e nelle isole è pari al 30,2%), il 25% in matematica (il 31% al Sud e il 35,9% nelle isole) e il 20,6% in scienze (il 26,6% al Sud e il 31,5% nelle isole). Ed è da questi dati che spicca la situazione calabrese, considerata peggiore rispetto a quelli dei coetanei meridionali.

LICEI PRIMA SCELTA – Filtrano, intanto, anche i dati dai quali emerge la radiografia delle iscrizioni degli studenti che da settembre accederanno alle scuole superiori. Crescono i licei, perdono ancora gli istituti tecnici. Le variazioni sono comunque briciole di percentuale. La sostanza riferisce che quasi un ragazzo su due, tra coloro che escono dalle scuole medie, ha scelto di iscriversi in un liceo: si registra così un 48,9 per cento appena al di sotto della media nazionale, che è al 49,1%. L’anno scorso il dato calabrese era pari al 47,4%. Dalle tabelle del Ministeo si rileva poi che poco meno di un ragazzo andrà in un istituto tecnico, registrando un 31,9% di scelte in lieve flessione rispetto al 33,1% di un anno fa, ma ancora in linea con la tendenza nazionale (31,4%). Solo il 19,2%, infine, sceglie un istituto professionale, confermando il dato dell’anno passato e quello del resto della Penisola.

Tra gli ambiti settoriali delle aree di specializzazione, spicca in Calabria come nel resto del Paese quello legato alle nuove tecnologie, che attira il 16,6% dei prossimi studenti delle scuole superiori.

Redazione web

 

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