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PEDACE (CS) – Recentemente nel Parco Nazionale della Sila, precisamente sulle sponde del lago Ampollino, si sono verificati due avvistamenti di lontra (Lutra lutra), animale che fino a 50-60 anni fa era presente praticamente in tutt’Italia e che ha poi subìto una rapidissima contrazione restando diffuso in maniera piuttosto frammentaria nel sud del paese (Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria). In prossimità dell’attraversamento del torrente Verberano, verso le 10 del mattino, un gruppo di ciclisti si è accorto di due animali, uno sulla riva e l’altro in acqua, impegnati in una frenetica attività di gioco. Enzo Diaco, del gruppo, seppur nel dubbio, ha intuito che si trattava di lontre. La forma del corpo, infatti, rimandava a quella di un grosso mustelide, circa una volta e mezzo una faina, e la testa dei due animali, che emergeva ogni tanto dall’acqua, sembrava quella di una foca. Due giorni dopo, nella stessa località, c’è stato un nuovo avvistamento e questa volta si trattava di due coppie di lontre che giocavano nell’acqua bassa del lago. Sulla base della testimonianza di Enzo Diaco, Romina Fusillo e Manlio Marcelli, si ritiene molto probabile si tratti di sub-adulti di lontra appartenenti alla stessa cucciolata, oppure di adulti impegnati nelle attività di gioco preliminari all’accoppiamento. In effetti, essendo la lontra euroasiatica un carnivoro solitario, è piuttosto infrequente vedere più individui insieme. Si tratta di un’ottima notizia per la piccola popolazione di lontre della Sila. Già nel 2009, nell’ambito di un progetto di ricerca finanziato dall’Ente Parco e dal Dipartimento Politiche dell’Ambiente della Regione Calabria, era stata documentata, a distanza di circa trent’anni dalla presunta estinzione nell’altipiano silano, la presenza della lontra in diversi corsi d’acqua del Parco, tra i quali anche il torrente Verberano. Lungo questo torrente sono stati rinvenuti escrementi di lontra proprio in prossimità dell’immissione nel lago Ampollino, quindi nella stessa località degli eccezionali avvistamenti. Durante la ricerca del 2009 ed alcune indagini svolte nell’ambito di un altro progetto condotto nel 2011, non erano state tuttavia raccolte evidenze di frequentazione dei laghi silani da parte della lontra, sebbene era stata ipotizzata l’importanza di questi corpi idrici per l’ampia disponibilità di risorse alimentari. Gli avvistamenti dell’Ampollino rappresentano dunque una prima evidenza d’uso dei laghi silani da parte della lontra e non è un caso che gli avvistamenti siano stati registrati all’interno di un’area protetta come il Parco a dimostrazione che le aree protette rappresentano davvero i punti cardine per la conservazione della biodiversità.
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